La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, Grotta Verde: tanti soldi ma la scalinata è incompiuta e inaccessibile

Luigi Soriga
Alghero, Grotta Verde: tanti soldi ma la scalinata è incompiuta e inaccessibile

Fondi per un milione per renderla fruibile, ma la scalinata è incompiuta. Ora in ballo dalla Regione ci sono 850mila euro

02 febbraio 2020
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ALGHERO. Capo Caccia sullo sfondo, scogliera a picco sul mare, discendi lungo i gradini della scalinata in muratura. A un certo punto un cancello sbarra il sentiero. Un po’ di stretching, qualche piccola acrobazia, e si scavalca l’ostacolo. Improvvisamente cambia lo scenario, e tutto diventa più moderno e hightech. Tre o quattro rampe di una scalinata di acciaio inox, dopodiché nuova interruzione. Questa volta definitiva. La nuova scalinata, per la quale erano stati stanziati 1 milione 200mila euro, si ferma lì, e gli altri pezzi sono adagiati per terra, smontati, molti dei quali ancora avvolti col cellophane. Così la Grotta Verde, uno degli avamposti geologici e archeologici più suggestivi della zona, rimane ancora inaccessibile. A trecento metri di distanza ci sono le grotte di Nettuno, col loro incessante pellegrinaggio di turisti, ma rispetto alla Grotta Verde è come paragonare Disneyland a Stonehenge.

Da una parte la suggestione delle stallatiti e dello strapiombo sul mare, dall’altra la vertigine di affacciarsi nel passato della Sardegna, e di infilarsi in un imbuto geologico che tanto somiglia a un girone dell’inferno, una cavità carsica profondissima che si incunea fin sotto la superficie del mare. E in questa discesa agli inferi incontrare i grafiti, o le antiche sepolture della Cultura di Filiestru e Bonu Ighinu databili tra il 4000 a il 4500 avanti Cristo. Insomma un sito dalle enormi potenzialità turistiche, per le valenze storico, archeologico, naturalistico e geologico. Ma che da anni resta un’incompiuta e appassisce nel più avvilente silenzio. Il tutto per uno delle banali cause legali che ammorbano gli appalti pubblici. Infatti dopo la realizzazione di una parte dei lavori, l'impresa ( Ati con capogruppo la P.F.M. di Iglesias) ha avviato un contenzioso con il Comune.

Ci sono voluti diversi anni, a partire dal 2013, quando l'Amministrazione procedette alla risoluzione del contratto per inadempienze. Le controversie giudiziarie si sono concluse con la vittoria in giudizio del Comune. Così si è reso necessario un ulteriore finanziamento per la conclusione dei lavori. Intanto, nel 2017 la Regione ha individuato L'Area Marina Protetta di Capo Caccia - Isola Piana quale delegata all'attuazione dell'intervento di completamento dell'opera, e per l’esecuzione è stato individuato un finanziamento regionale di 850 mila euro derivanti dal Piano Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale POR FESR 2014-2020. Il Parco di Porto Conte, Ente gestore anche dell'Area Marina Protetta di Capo Caccia, sta portando avanti la procedura che conta sul progetto preliminare. Componenti strutturali in acciaio, Impianti elettrici, manutenzione scala in acciaio all’interno della grotta, sistemazione della scalinata esterna. Insomma, tutta quella serie di interventi indispensabili a rendere la Grotta Verde fruibile una volta per tutte. D’altronde era il lontano 1972 quando David H. Trump, archeologo scozzese, esperto delle culture Mediterranee, spiegava a un gruppo di ragazzi del liceo scientifico di Sassari che partecipavano allo scavo della Grotta Verde. È trascorso quasi mezzo secolo, e questo tesoro è rimasto impresso negli occhi di qualche archeologo o speleologo, ma per tutti gli altri resta ancora sconosciuto.
 

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