La Nuova Sardegna

Alghero

Il femminicidio di Alghero: «Farci era spaventato, si sentiva in trappola»

di Luca Fiori
Massimiliano Farci e Speranza Ponti
Massimiliano Farci e Speranza Ponti

Nelle ultime settimane era evidente il nervosismo dell'ergastolano accusato di aver ucciso la compagna Speranza Ponti.  La padrona di casa sotto choc: una coppia educata, ignoravo il passato di lui

02 febbraio 2020
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ALGHERO. Sentiva il fiato dei carabinieri sul collo, temeva che il suo castello di menzogne, raccontate a voce ai familiari e agli amici di Speranza Ponti o affidate alla platea dei social network, lo stesse per travolgere. Massimiliano Farci - l’ergastolano che nel carcere di Alghero era considerato un detenuto modello e che a giugno del 2017 aveva ottenuto la semi libertà e la possibilità di lavorare - lo aveva confidato il giorno prima dell’arresto alla padrona di casa.

«Mi ha detto che era spaventato perché i carabinieri gli avevano chiesto notizie di Speranza – spiega Monica Farbo – e mi ha mostrato il post che ha fatto su facebook il 27 gennaio, quello in cui si rivolge a lei e le chiede di farsi viva. Gli ho detto che se non aveva fatto niente di male doveva stare tranquillo  ma  purtroppo ignoravo cosa avesse combinato in passato quell’uomo che con me era stato sempre gentile e puntuale nei pagamenti, altrimenti non gli avrei mai aperto le porte di casa mia».

I carabinieri  torneranno nella casa in via Vittorio Emanuele insieme ai Ris di Cagliari per cercare riscontri al racconto fatto dal 53enne originario di Assemini davanti al sostituto procuratore Beatrice Giovannetti, titolare dell’inchiesta per omicidio, soppressione di cadavere, furto e indebito utilizzo del bancomat di Speranza Ponti. 

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