La Nuova Sardegna

Alghero

Gli investigatori del Ris a casa dei genitori di Farci

di Luca Fiori
Gli investigatori del Ris a casa dei genitori di Farci

I prossimi giorni le tute bianche entreranno nell’appartamento di via Sassari Domani mattina la comparazione del Dna di Speranza con il profilo dei genitori

09 febbraio 2020
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ALGHERO. Massimiliano Farci potrebbe aver nascosto qualcosa di interessante a casa dei genitori dopo aver trasportato il corpo di Speranza Ponti nella collina di Monte Carru dove è stata trovata il 30 gennaio scorso.

Un’operazione di cui gli stessi genitori dell’ergastolano – arrestato con l’accusa di aver ucciso la fidanzata – sarebbero all’oscuro e che gli inquirenti vogliono verificare con attenzione.

Per questo motivo i prossimi giorni le tute bianche del Ris, che hanno già passato al setaccio l’abitazione di via Vittorio Emanuele in cui viveva la coppia e la pizzeria di via XX Settembre, entreranno anche nell’abitazione di via Sassari messa sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Sassari. Anche in questo caso saranno analizzate le pareti e i pavimenti con il luminol un composto chimico utilizzato per rilevare il sangue.

Tracce che potrebbero emergere anche dai controlli sulla Ford Fiesta intestata alla madre del pizzaiolo di Assemini di 53 anni sui cui le verifiche sono già cominciate i giorni scorsi. Domani mattina intanto nell’ufficio del sostituto procuratore Beatrice Giovannetti, titolare dell’inchiesta, verrà affidato l’incarico al maresciallo maggiore del Ris Gavino Piras di confrontare il profilo del dna del corpo in avanzato stato di decomposizione trovato dentro un cespuglio alla periferia di Alghero con quello dei genitori di Speranza Ponti.

Solo quando verranno completati tutti gli accertamenti richiesti dalla Procura la salma verrà finalmente restituita ai familiari per la sepoltura. I giorni scorsi la tac effettuata in vista dell’autopsia aveva già rivelato qualcosa di interessante. I primi accertamenti avevano già evidenziato alcune incongruenze nel racconto dell’ergastolano in semi libertà. Gli investigatori della compagnia dei carabinieri di Alghero sono convinti che sia stato lui a uccidere la fidanzata e che poi abbia fatto credere a tutti che fosse partita per poter utilizzare i soldi del suo conto in banca dopo averle rubato il bancomat.

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