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Alghero, abusi sull’allieva di ballo: la vittima sentita dal gip

di Nadia Cossu
Alghero, abusi sull’allieva di ballo: la vittima sentita dal gip

Una 18enne accusò il maestro della scuola di danza, lunedì l’incidente probatorio. La ragazza ha ricordato in lacrime il suo calvario. A giugno la relazione del perito

12 febbraio 2020
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ALGHERO. Ascolto protetto, così come impone la delicatezza del caso e come prevedono le nuove norme sul codice rosso. Lunedì mattina, in un’aula del palazzo di giustizia di Sassari, si è tenuto davanti al giudice Antonello Spanu l’incidente probatorio relativo alla vicenda della ragazza (oggi diciottenne ma all’epoca dei fatti quattordicenne) che appena raggiunta la maggiore età – ossia lo scorso novembre – ha denunciato ai carabinieri di Alghero di aver subìto abusi da parte del suo maestro di ballo.

L’uomo, 64 anni, era finito agli arresti domiciliari con l’accusa di atti sessuali con minore, violenza sessuale e minaccia. Questo reato gli era stato contestato dalla pm Maria Paola Asara, titolare dell’inchiesta, perché la vittima aveva raccontato di esser stata minacciata di morte e di aver taciuto quella orribile verità per anni proprio per il timore che il maestro di ballo le facesse ulteriore male.

Lunedì mattina la diciottenne ha ripercorso – rispondendo alle domande del giudice – il calvario attraversato in quel periodo della sua vita. Tutte le parti hanno nominato propri consulenti. La Procura ha incaricato la dottoressa Maria Gabriella Angius, gli avvocati difensori Elias Vacca e Nicola Satta hanno scelto la psichiatra Alessandra Nivoli, l’avvocato Gavinuccia Arca, che tutela la ragazza, ha nominato Jascha Bruni. Il gip ha invece dato incarico alla dottoressa Lorenza Bazzoni che avrà novanta giorni di tempo, a partire dal prossimo 28 febbraio, per depositare la perizia che verrà poi discussa l’8 giugno.

La psichiatra dovrà esaminare e poi pronunciarsi sulla personalità della vittima (che nel frattempo è andata via dalla Sardegna), se sia cioè in grado di percepire e rappresentare correttamente la realtà e di riferirla. Anche in relazione al contesto familiare e all’esistenza di eventuali situazioni di plagio. La Bazzoni dovrà anche dire al giudice se la ragazza presenta sintomi che indichino abuso e se questo sia significativo in relazione all’entità e alla gravità dei fatti.

La diciottenne aveva raccontato ai militari che quell’uomo l’aveva costretta ad avere rapporti sessuali, che si appartava con lei in posti isolati e le imponeva di fare sesso trasformando la sua adolescenza in un inferno, minacciandola di morte per fermare ogni suo istinto di ribellione, sperando così di passarla liscia. La paura di non essere creduta, di essere derisa o, peggio, di essere ammazzata, le aveva impedito per tanto tempo di denunciarlo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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