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Alghero, olbiese condannato per violenza ma lei lo riprende in casa

Luca Fiori
Alghero, olbiese condannato per violenza ma lei lo riprende in casa

Protagonista un 41enne, botte e insulti alla compagna davanti alla figlia. Il giudice l’ha riconosciuto colpevole: un anno e sei mesi. La donna l’ha perdonato

23 maggio 2020
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ALGHERO. Per umiliarla e ferirla nell’intimo una volta era arrivato a prendere le forbici e a tagliare in mille pezzi tutti i suoi vestiti presenti nell’armadio. Per mesi una donna algherese di 40 anni aveva dovuto sopportare quel compagno violento e irascibile che la picchiava e umiliava davanti alla figlia. E proprio il giorno in cui lei aveva trovato la forza di chiedere aiuto alla polizia lui, un 41enne originario di Olbia, aveva reagito così, tagliuzzando pantaloni, maglie, abiti femminili, intimo e giubbotti che la donna teneva nell’armadio.

Poco prima, dopo l’ennesima lite, la donna era corsa a piedi verso il commissariato di Alghero e l’uomo l’aveva seguita, schiaffeggiandola e insultandola, fino all’ingresso del posto di polizia e solo a quel punto si era dato alla fuga.

I giorni scorsi per l’uomo, difeso dall’avvocato Massimiliano Tore, è arrivata la sentenza di condanna a un anno e sei mesi da parte del giudice Elena Meloni, ma nel mentre la compagna lo ha perdonato e i due sono tornati a vivere insieme.

Poco prima di Natale del 2018 però la situazione era precipitata, dopo dieci anni di convivenza fatti di alti e bassi e la nascita di una bambina, costretta in più di un’occasione ad assistere a scene di violenza familiare. Per anni la donna aveva sopportato violenze, insulti e umiliazioni, ma un giorno quando il compagno di rientro da un pranzo a Usini aveva iniziato a insultarla e a chiederle del denaro, accusandola di avergli danneggiato una bicicletta, la donna aveva deciso di porre fine a quel supplizio.

«Vado allo sportello del bancomat per prelevare il denaro che mi hai chiesto» gli aveva detto la donna, ma il 41enne non le aveva creduto e l’era corso dietro. La compagna aveva aumentato il passo e quando era arrivata finalmente all’incrocio tra di via Kennedy e via Einaudi e aveva visto l’insegna con la scritta “Polizia” si era sentita in salvo. Solo in quel momento l’uomo era fuggito e lei era riuscita a suonare il campanello del commissariato e chiedere aiuto.

Gli agenti l’avevano accompagnata al pronto soccorso e mentre attendeva per essere visitata il compagno l’aveva chiamata al telefono per proseguire nelle minacce e nelle offese.

«Quando torni a casa vedrai che sorpresa – le aveva urlato – ti taglio tutti i vestiti a uno a uno». Tornata a casa la donna aveva trovato effettivamente il guardaroba in mille pezzi. Per l’uomo era stato disposto un allontanamento immediato dall’abitazione di famiglia, ma qualche mese dopo la donna lo ha perdonato e ha deciso di riaccoglierlo in casa. Succede spesso e altrettanto spesso succede che nonostante le promesse le violenze riprendano. Le donne vittime di violenza possono chiedere aiuto al numero 1522.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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