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Alghero

Uccisa e sepolta, test sul corpo

di Luca Fiori
Uccisa e sepolta, test sul corpo

Speranza Ponti, il 25 a Pisa gli accertamenti tossicologici per scoprire la data esatta della morte 

18 giugno 2020
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ALGHERO. Sei mesi di attesa e di domande senza risposta. Un tempo interminabile – in cui si è inserito il silenzio durante il lockdown – che ha trasformato il dolore in di una famiglia in uno strazio lacerante. Giovedì prossimo, dopo la pausa forzata dovuta all’emergenza sanitaria, riprendono finalmente le attività della Procura della Repubblica di Sassari per far luce sulla morte di Speranza Ponti, la 50enne di Uri sparita ai primi di dicembre, il cui corpo è stato ritrovato il 30 gennaio tra le sterpaglie di Monte Carru, ad Alghero.

Sarà l’entomologa forense Valentina Bugelli, dell’azienda ospedaliero universitaria di Careggi a Firenze, a tentare di ricostruire con esattezza data e cause della morte della donna, il cui corpo non è stato ancora restituito alla famiglia per essere sepolto.

La perizia dell’esperta che studia il comportamento degli insetti per ricostruire nel tempo eventi traumatici o delittuosi, verrà effettuata giovedì prossimo nei laboratori dell’unità operativa di tossicologia dell’azienda universitaria di Pisa.

L’esperta incaricata dal sostituto procuratore Beatrice Giovannetti, effettuerà delle analisi tossicologiche irripetibili su alcune larve prelevate dal corpo di Speranza. All’entomologa forense gli inquirenti hanno chiesto di datare con esattezza il giorno della morte della donna e possibilmente anche le cause del decesso. Il moderno metodo entomologico forense può infatti permettere di datare la morte con un margine di errore di 24 ore, anche dopo diversi giorni dal ritrovamento.

Degli accertamenti sono stati informati i parenti di Speranza Ponti, costituitisi parte civile con l'avvocato Stefano Carboni, e l’avvocato Daniele Solinas, che difende l'ex fidanzato della vittima, Massimiliano Farci, 53 anni, di Assemini, accusato di omicidio, occultamento di cadavere, furto e uso improprio di bancomat.

L’uomo era finito in manette dopo un mese e mezzo di indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Alghero. Già condannato all’ergastolo per aver ucciso nel 1999 il ragioniere di San Sperate Roberto Baldussi per impossessarsi della sua una Lotus rossa e poi gettato il suo corpo in una discarica di Assemini, Farci – ora rinchiuso nel carcere di Bancali – ha sempre respinto le accuse.

Ma gli inquirenti non avevano creduto alla sua versione fornita da al momento del fermo. L’uomo aveva detto di aver trovato Speranza senza vita nell’appartamento di via Vittorio Emanuele in cui i due vivevano da circa un anno e di aver portato il suo corpo a Monte Carru per paura di non essere creduto. Dal 2017 Farci aveva ottenuto infatti la semi libertà e poteva uscire dal carcere di Alghero dalle 7 del mattino a mezzanotte per poter gestire la pizzeria di via XX Settembre in cui lavorava anche Speranza. Il corpo della povera donna era stato trovato su indicazione di Farci lo scorso 30 gennaio. Il cadavere, gettato in un cespuglio senza vestiti, era già in avanzato stato di decomposizione, cosa che aveva complicato le analisi del medico legale Salvatore Lorenzoni e richiesto il test del Dna per appurarne l'identità. L’ultimo accertamento era stato effettuato dai carabinieri del Ris un mese fa, quando le tute bianche erano entrate nell’appartamento di via Vittorio Emanuele per effettuare un grafico tridimensionale dell’appartamento in cui secondo gli inquirenti sarebbe avvenuto il delitto. Le analisi del Ris avevano smentito fin da subito infatti l’ipotesi del suicidio. Durante il primo sopralluogo non era stata trovata infatti alcuna traccia di sfregamento sullo stipite, nemmeno nella parte opposta della maniglia in cui l’ergastolano aveva detto di aver trovato la compagna.

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