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Alghero

Alghero, la fabbrica finisce sott’acqua: la salvano gli operai

di Gianni Bazzoni
Alghero, la fabbrica finisce sott’acqua: la salvano gli operai

Turno volontario per limitare i danni allo stabilimento della Nobento

12 settembre 2020
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ALGHERO. Ci sono momenti in cui se non hai una squadra è difficile risollevarsi. E il gruppo deve sapere cosa fare, senza ricevere ordini che lasciano il tempo che trovano e non aiutano il più delle volte a risolvere i problemi se vengono percepiti come un obbligo. L’esempio è arrivato dagli operai della Nobento di Alghero, nella zona industriale San Marco: quando hanno cominciato a vedere l’acqua che saliva dal pavimento e sollevava i tombini hanno intuito che poteva accadere qualcosa di grave. Hanno interrotto la produzione e fermato i macchinari. E appena tutta l’area era in sicurezza si sono messi a spalare acqua. Dalle 16,30 di giovedi fino a quasi alle 21, per più di quattro ore, senza fermarsi mai. Poi la valutazione dei danni (che sono ingenti e in fase di valutazione) e la decisione di andare avanti comunque. Perchè lottare vuol dire anche difendere il proprio posto di lavoro di fronte a qualunque avversità. E ieri mattina alle 6 - dopo una lunga notte trascorsa a rimettere a posto le cose spazzate via dalla furia dell’acqua - lo stabilimento (in un capannone di 1500 metri quadrati) è tornato regolarmente in produzione.

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«Questo è il posto dove lavoriamo, dove c’è il nostro futuro – ha detto uno dei lavoratori – abbiamo fatto una cosa che ci riguarda da vicino, per salvaguardare l’ambiente che ogni giorno ci accoglie e garantisce reddito alle nostre famiglie».

Non è la prima volta che gli operai della Nobento dimostrano concretamente lo spirito di squadra per dare un contributo reale a superare le difficoltà. «Sono ragazzi eccezionali – dice Gianluca Mandras, responsabile di produzione della fabbrica che produce infissi di alta qualità – e li voglio ringraziare di cuore. Ma non solo per l’accaduto, soprattutto per quello che fanno ogni giorno. E ciò che hanno dimostrato giovedì pomeriggio mi rende tranquillo per il futuro, per la capacità che hanno espresso nel cogliere la gravità della situazione e schierarsi subito operativi. É bastato solo guardarsi negli occhi. A volte le parole servono a poco. É un gruppo straordinario, ogni tanto io dico che “ci può portare sulla luna”».

Andrea Alessandrini, giovane manager della società, questa volta ha fatto un passo indietro. Ha lasciato la scena ai lavoratori, protagonisti di una giornata straordinaria. Solo una parola dal “capo”: «Grazie». Un segnale che racchiude la soddisfazione per lo spirito di squadra che vale sempre, e non solo quando tutto gira per il meglio. Anzi, quando ci sono difficoltà, il valore del gesto che si mette in campo viene aumentato di tre o quattro volte.

Giovedì pomeriggio quando è arrivata la bomba d’acqua su Alghero, dopo mezz’ora di pioggia continua la situazione è diventata critica in diverse zone, anche a San Marco. Nello stabilimento della Nobento l’impianto di scarico non ha retto al fiume d’acqua che è uscito fuori dai tombini interni. Gli ambienti di lavoro sono stati allagati. In turno c’erano una quarantina di operai: la prima azione è stata quella di fermare i macchinari nelle diverse aree di produzione. Staccata la corrente elettrica. Poi, appena la pioggia ha concesso una tregua, tutti con i piedi a bagno a spalare acqua. Gli operai si sono piegati i pantaloni al ginocchio, e hanno dato vita a un “turno straordinario”, diverso ma estremamente utile per tutti.

«É una peculiarità qui a Nobento – sottolinea Gianluca Mandras – nasce dal sentirsi parte attiva di un progetto. Tutti consapevoli del fatto che ciò che facciamo ogni giorno non è per gli altri ma per noi stessi. E avere tra le mani il nostro futuro ci spinge a mettere amore e passione in ciò che facciamo».

Età media 35 anni, la forza lavoro della Nobento è attualmente di circa 150 dipendenti, gente abituata a fare squadra. Forse non andranno mai sulla luna ma sulla terra sono una bella squadra.

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