La Nuova Sardegna

Cagliari

Tognolini, il legame che unisce lettura e libertà

Bruno Tognolini

Festival di Cagliari edizione 2007, l'autore scrive per invitare i bambini

04 giugno 2007
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Pubblichiamo la lettera inviata dallo scrittore Bruno Tognolini (Premio Andersen 2007 come migliore autore) ai bambini sardi per invitarli alla seconda edizione del Festival di letteratura per ragazzi che si svolgerà a Cagliari il 5, il 6 e il 7 ottobre.

Cari bambini, vi scrive Bruno Tognolini, scrittore per ragazzi, sardo di Cagliari che vive e lavora a Bologna, per invitarvi al nostro festival, che quest'anno si intitola «W la libretà!». Questa parola, come vedete, è sbagliata: uno sbaglio che l'insegnante vi correggerebbe. Ma quello sbaglio ci fa intuire che libri e libertà forse sono, se non fratelli, cugini.
Abbiamo imparato che i festival riescono bene quando le storie per i ragazzi si incontrano con le storie dei ragazzi; quando le avventure accadute ai ragazzi di carta che sono nei libri si incontrano con le avventure accadute ai ragazzi di carne che sono nel mondo. Così è stato per il Primo festival a Cagliari nel 2006, dove i bambini ci hanno regalato le loro domande; e così vorremmo che fosse nel secondo festival, nel 2007, dove chiediamo a voi di raccontarci qualcosa delle vostre disubbidienze. E cosa? E come?

E cosa. Due cose: i fatti e i pensieri. Cominciamo dai fatti. Vorremmo che ci raccontaste le disubbidienze. Le vostre.
Lo sappiamo, le disubbidienze non si raccontano volentieri: o perché non sono ancora state scoperte, o perché comunque sono affari vostri. E avete ragione, però siccome a noi servono, se proprio non volete svelarcele del tutto, vi suggeriamo quattro trucchi:

1. Scrivete: «Questa è una disubbidienza raccontata da...» e un falso nome, inventato. Così forse soltanto l'insegnante, che riconosce la vostra scrittura, saprà il vostro segreto. E se non volete che lo sappia neanche lei, scrivete col computer, o con una scrittura strana, o fate scrivere da qualche sconosciuto.

2. Scriveteci una disubbidienza vostra di quando eravate piccoli, che ora non è più un segreto o non fa più vergogna a raccontarla.

3. Sriveteci una disubbidienza inventata, però attenzione: deve sembrare vera! Qui si vede la vostra bravura. Dev'essere inventata bene, perché lo leggerò io, che sono uno scrittore e di cose inventate me ne intendo, e se è «troppo inventata» lo capisco subito.

Ma poi vi chiediamo qualcosa di più: accanto ai fatti (le disubbidienze accadute, a voi o ad altri, vere o inventate, o metà e metà), vi chiediamo i pensieri.
Una manciata dei vostri pensieri sulla disubbidienza. Ma non «pensierini», mi raccomando! Non fate i furbi, non scrivete quello che pensate che i grandi vogliano leggere, se non non serve a niente. Non cercate di fare bella figura, di fare la parte di quelli buoni e «ubbidienti» a tutti i costi. Chi vuole e chi riesce a farlo, ci scriva i suoi pensieri veri, i suoi dubbi veri, le sue domande, sull'ubbidire e il disubbidire.

E come scrivere? Come è presto detto: scrivendo fatti e pensieri di disubbidienza su fogli e foglietti di carta. Scrivendoli a scuola, tutti insieme o ciascuno per conto suo o in gruppi. Oppure scrivendoli a casa, da soli e in segreto, senza farli leggere a nessuno. E facendoli arrivare a noi del festival, così i nostri amici illustratori, che durante l'estate racconteranno per immagini le disubbidienze, se arrivano in tempo magari illustrnao proprio le vostre.
Fate una bella busta, una busta piccola per i vostri foglietti disubbidienti personali e segreti, o una grande per tutta la classe insieme, e speditela a questo indirizzo: Libreria per Ragazzi Tuttestorie - Via Costituzione 6, 09125 Cagliari.
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