La Nuova Sardegna

Cagliari

La Giornata mondiale della salute mentale

La Giornata mondiale della salute mentale

Parla il professor Carpiniello, dell’università di Cagliari: «Troppi pregiudizi, servono più fondi per l’assistenza sociale»

10 ottobre 2014
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CAGLIARI. Non c'è salute senza salute mentale. «In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale - spiega lo psichiatra Bernardo Carpiniello dell’università di Cagliari - appare opportuno andare oltre l'interesse occasionale ai problemi della salute mentale destato da fatti drammatici che alimentano e rinforzano il pregiudizio della intrinseca pericolosità e violenza delle persone affette da disturbi mentali».

Almeno un cittadino italiano su quattro sviluppa un disturbo mentale nell'arco della sua vita, nella gran parte dei casi costituito da disturbi depressivi o d'ansia, sebbene i servizi di salute mentale debbano confrontarsi con una gamma di condizioni che va dai disturbi mentali più gravi come le psicosi ad altri non meno complessi e seri come disturbi del comportamento alimentare, di personalità e dovuti ad uso di sostanze. Una famiglia su due dovrà affrontare un problema di salute mentale di uno dei suoi componenti, con effetti talora devastanti.

I disturbi psichici esordiscono spesso in età giovanile e hanno un andamento recidivante o cronico e nel loro insieme sono di gran lunga la principale causa di disabilità: il 30-40% della disabilità dovuta patologie di interesse medico è legata ai disturbi mentali. La sola depressione sarà nel 2020 la seconda causa di disabilità, e già oggi è la prima causa di giornate annue di lavoro perse. I costi personali e sociali, economici e non, derivanti dalla sofferenza mentale sono enormi. Al di là del maggior rischio di suicidio, i disturbi mentali espongono spesso ad un aumentato rischio di malattia fisica o di aggravamento di una malattia pre-esistente. Ecco perchè la durata media di vita di chi ha un disturbo psichico si accorcia di 10-15 anni. A fronte di tutto ciò, il 50-70% di chi ha un disturbo psichico non si cura, o lo fa in ritardo; il tempo che intercorre fra l'inizio dei primi sintomi e le prime cure appropriate è mediamente compreso fra 1 e 5 anni. I motivi di tutto questo sono complessi: scarsa informazione, pregiudizi, difficoltà di accesso ai servizi di assistenza, scarsa consapevolezza della natura dei propri disturbi. Il timore della stigmatizzazione, di essere ingiustamente "etichettato" come malato mentale, un "diverso", pericoloso ed inaffidabile, spinge spesso a negare a se stesso e agli altri le proprie difficoltà, con conseguenze spesso drammatiche. A fronte di un immenso bisogno assistenziale, lo Stato investe per la salute mentale circa il 4% della spesa sanitaria, inferiore a quella di altri Paesi Europei (Francia, Germania, Regno Unito) che ne spendono il 7-8%, e schiera solo un piccolo esercito, costituito dal personale dei Dipartimenti di Salute Mentale.

«Il Piano Sanitario Nazionale 2010-2013 afferma che "la tutela della salute mentale della popolazione costituisce uno degli obiettivi principali del Paese, in tutte le sue articolazioni istituzionali" sebbene i 210 Dipartimenti di Salute Mentale italiani abbiano un grave sottodimensionamento degli organici - aggiunge il professor Carpiniello che è anche presidente del Collegio Italiano dei Professori di Psichiatria -. Secondo i dati disponibili, il tasso di operatori in servizio è pari a 26 unità/100mila abitanti, mentre la necessità stimata è di 67/100.000 abitanti (-60%). Il settore della Salute Mentale, che per motivi intuitivamente comprensibili è l'ambito della medicina nel quale la relazione terapeutica gioca un ruolo cruciale, non richiede spese per alta tecnologia, quanto investimenti nel "capitale umano" costituito dagli operatori. Per la salute mentale è indispensabile una forte integrazione fra il sistema sanitario e i servizi sociali, ma la drastica riduzione dei fondi destinati all'assistenza sociale sta incidendo drammaticamente sulla qualità complessiva delle cure e sulle effettive politiche di inclusione sociale a favore delle persone affette da disturbi mentali gravi, che rischiano sempre più di essere gli ultimi fra gli ultimi delle fasce più deboli della popolazione».

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