La Nuova Sardegna

Cagliari

Carloforte, appello per Saremar: "Deve restare in mani pubbliche"

Simone Repetto
L'assemblea in piazza Repubblica
L'assemblea in piazza Repubblica

In piazza Repubblica affollata assemblea, il deputato di Unidos Mauro Pili ha rilanciato la battaglia contro la privatizzazione voluta dalla Regione

08 settembre 2015
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CARLOFORTE. Saremar si poteva e si può salvare, il servizio deve rimanere in mani pubbliche e non andare ai privati. La popolazione e l'amministrazione comunale si devono ribellare alla privatizzazione del servizio di trasporto marittimo verso la madre isola. Queste, in sintesi, le conclusioni dell'ultima conferenza pubblica sul caso Saremar e futuro dei collegamenti marittimi verso le isole minori, che il deputato di Unidos Mauro Pili ha tenuto ieri sera in una piazza Repubblica affollata da marittimi e cittadini, preoccupati per il futuro assolutamente incerto della gestione dei traghetti verso Portovesme e Calasetta e dei posti di lavoro annessi, che potrebbero perdersi da gennaio.

Pili, come già denunciato su Facebook, ha nuovamente tirato in ballo il governo regionale ed il suo assessore ai trasporti, accusato di compiere scelte sbagliate. “La Saremar deve essere salvata ad ogni costo per impedire che i pirati del mare mettano le mani anche sulla continuità territoriale per le isole minori. Se la Regione continuerà a perseguire una strada suicida con il fallimento della Saremar, sarà chiaro il suo obiettivo di regalare anche quelle rotte. Da stasera – ha detto Pili in piazza - vogliamo denunciare con forza la situazione”.

Per Pili, “bisogna intervenire per integrare in senso più garantista le disposizioni in materia, ad esempio puntando ad una gestione in house anche attraverso il ricorso ad un possibile ramo marittimo dell'Arst, ovvero mantenere in capo alla Regione la gestione del servizio”. Scelta voluta da tutti (a partire da sindacati, enti locali, comitati cittadini), ma non dalla giunta regionale che, disattendendo l'ordine del giorno votato all'unanimità (assessore Deiana compreso) a maggio dal consiglio (sull'impegno a mantenere il controllo del servizio in capo alla Regione), ad agosto ha avviato le procedure per privatizzare lo stesso, pure in tempi rapidi, considerando la contestuale accettazione del concordato preventivo per Saremar, con i traghetti in vendita e la fine della società regionale al 31 dicembre 2015.

Pili, ha ricordato per l'ennesima volta come normativa ed indicazioni provenienti dall'Ue non prevedono obblighi di privatizzazione per il trasporto pubblico locale (vedi i traghetti per le isole minori) e si possa gestire il servizio come avviene oggi (la Saremar, come l'Arst, è della Regione).

C'è poi la questione del contributo statale di funzionamento di oltre 13 milioni e 600 mila euro annui, interrotto unilateralmente dallo Stato dal 2012 per non aver privatizzato la Saremar. Se da gennaio la società non esisterà più, cadrebbe anche questo presupposto, ma, come ha sostenuto Pili, “nonostante le rassicurazioni dell'assessore Deiana, non vi è certezza della ripresa di un contributo che deve essere comunque erogato, perchè sostiene un diritto fondamentale ed inalienabile, quello della mobilità e della continuità territoriale degli isolani. Per questo – ha concluso – siamo pronti alla guerra contro la Regione ed i suoi complici, se porteranno avanti questo piano scellerato che metterà in strada centinaia di famiglie di marittimi”.

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