Stipendi gonfiati alla Carbosulcis: sei indagati. Tre sono sindacalisti
Inchiesta per truffa ai danni dello Stato: la Procura di Cagliari sospetta che a diversi lavoratori venissero riconosciuti indennizzi e rimborsi non dovuti per farne lievitare le retribuzioni
CAGLIARI. Sono sei gli indagati nell’inchiesta per truffa ai danni dello Stato aperta dalla Procura di Cagliari sulla Carbosulcis, impianto estrattivo di Nuraxi Figus. Il sospetto degli inquirenti è che a diversi dipendenti venissero riconosciuti indennizzi e rimborsi non dovuti per farne lievitare gli stipendi.
[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.10047692:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2014/10/03/news/carbosulcis-200-milioni-per-riconvertire-la-miniera-1.10047692]]
Nel registro degli indagati sono così finiti i nomi di Antonio Maria Cuccu, 62 anni, ex responsabile del personale, Paolo Angotzi, 56 anni, Rita Ibba, 58 anni, dell’amministrazione, più i tre sindacalisti Luigi Marotto, 58 anni (Cisl), Stefano Meletti, 52 anni (Uil), Giancarlo Sau, 60 anni (Cgil) - difesi dagli avvocati Annamaria Busia e Roberto Frongia.
Il nome dei rappresentanti dei lavoratori ha suscitato parecchio clamore perché i tre hanno partecipato a clamorose proteste in difesa dell’occupazione nella miniera. Nel 2012 Meletti aveva anche minacciato di tagliarsi le vene in diretta pur di scongiurare la chiusura dell’impianto.
Nelle gallerie era scesa per protestare anche Ibba che, assieme ad altre colleghe, tanto avevano fatto parlare le testate nazionali affascinate dalla figura delle «donne della miniera». Ora saranno le indagini a stabilire se quelle battaglie sono state o meno una farsa dietro cui si nascondeva un clamoroso imbroglio.