La Nuova Sardegna

Cagliari

Decimomannu, percepivano soldi pubblici per le scuole paritarie ma senza requisiti: sei maestre denunciate

Decimomannu, percepivano soldi pubblici per le scuole paritarie ma senza requisiti: sei maestre denunciate

La scoperta è stata fatta dai carabinieri del Nas durante un controllo nelle mense scolastiche del Cagliaritano voluto dal ministero della Salute

20 giugno 2016
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CAGLIARI. Lavoravano in una scuola per l'infanzia senza averne i titoli e lo stesso istituto, riconosciuto come paritario, non aveva i requisiti per ottenere i contributi. È quanto emerso dai controlli effettuati dai carabinieri del Nas di Cagliari, coordinati dal maggiore Davide Colajanni, nell'ambito degli accertamenti sulle mense scolastiche voluti dal ministero della Salute.

Così ad una scuola per l'infanzia di Decimomannu è stato revocato il riconoscimento di «Paritaria» e resterà aperta solo come struttura privata. Sei insegnanti sono state denunciate. Dovranno rispondere a vario titolo di esercizio abusivo della professione, truffa aggravata per aver conseguito erogazioni pubbliche senza averne i requisiti e falso ideologico.

I carabinieri hanno fatto scattare gli accertamenti alcuni mesi fa, scoprendo inizialmente che le insegnati non avevano i titoli per lavorare. Alle verifiche hanno poi preso parte un ispettore dell'Ufficio scolastico regionale che ha constatato anche l'assenza dei requisiti strutturali necessari per l'ottenimento e il mantenimento del riconoscimento della «Parità», che è stata subito revocata. Ma le indagini non si sono fermate.

I militari dell'Arma hanno accertato che i vertici dello stesso istituto dal 2012 e fino al 2015, acquisendo arbitrariamente il requisito di scuola paritaria per l'infanzia, falsificando i dati che venivano inviati ai vari enti, era riuscito a percepire circa 400mila euro di contributi ministeriali e regionali. Per questa ragione nell'aprile scorso, su richiesta del pm Emanuele Secci, il Gip Cristina Ornano ha disposto il sequestro di beni mobili e immobili per oltre 370mila euro. Il sequestro è stato portato a termine dai militari del Nas che hanno recuperato il denaro anche dai conti correnti e tramite i crediti vantati presso gli enti pubblici.

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