Sant'Antioco, due arresti per la notte di fuoco del febbraio scorso
Gli incendi su due auto e un chiosco sul mare furono appiccati oltre 9 mesi fa
SANT’ANTIOCO. Era stata una notte di fuoco quella fra il 6 e il 7 febbraio 2020 a Sant’Antioco, e non solo per modo di dire. Merzz’ora prima della mezzanotte aveva preso fuoco l’auto della responsabile dei servizi sociali del Comune e le fiamme si erano esteso anche all’autovettura del marito della donna. Dopo circa due ore, alle 2,30, era stata la volta di un chiosco bar “Wikiky” sul lungomare, totalmente in legno e prossimo a una pineta. L’allarme era stato tale da far giungere i vigili del fuoco di Carbonia, Iglesias e Cagliari. Attorno alle 4 altro rogo, bruciata un’Apecar in via San Giovanni Bosco.
Dopo alcuni mesi di indagini i carabinieri del paese sono riusciti a dare un nome agli incendiari e li hanno arrestati questa mattina all’alba su ordine di custodia cautelare in carcere del gip Ermengrada Ferrarese, emesso su richiesta del pm Rita Cariello. In manette sono finiti Pier Paolo Carta e Antonio Cacciarru, di 44 e 42 anni, accusati di incendio doloso e danneggiamenti gravi.
Una notte folle alla quale i carabinieri hanno cercato in questi mesi di dare delle spiegazioni, anche con l’utilizzo delle tecniche d’indagine più invasive e raffinate. Intanto era impossibile che tanto attivismo, da parte di una mano che appariva essere unica, fosse totalmente sfuggito a tutti gli abitanti dell’isola ed i primi riscontri erano venuti da alcuni testimoni che qualcosa avevano visto.
E’ bastata in tal caso una sola fonte confidenziale per andare a percorrere la pista investigativa giusta e che portava a Carta e Cacciarru. Sarebbe poi emerso anche un quarto incendio nello stesso arco temporale, relativo ad una tettoia in legno. Le indagini hanno fatto emergere i veri moventi dei raid: di carattere per così dire professionale per quanto attiene alla responsabile dei servizi sociali del Comune; relativi ad una eredità contesa a proposito del motocarro bruciato; una vecchia discussione per ciò che riguardava il chiosco.
In definitiva i due arrestati, entrambi con precedenti giudiziari, avevano deciso di levarsi molti sassolini dalle scarpe e di farsi da soli quella che ritenevano essere giustizia in una sola notte di follia. Ad Antonio Cacciarru è stato contestato anche il porto illegale di un’arma da fuoco.(luciano onnis)