La Nuova Sardegna

Cagliari

Sant'Antioco, due arresti per la notte di fuoco del febbraio scorso

Il chiosco incendiato all'inizio dello scorso febbraio
Il chiosco incendiato all'inizio dello scorso febbraio

Gli incendi su due auto e un chiosco sul mare furono appiccati oltre 9 mesi fa

16 novembre 2020
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SANT’ANTIOCO. Era stata una notte di fuoco quella fra il 6 e il 7 febbraio 2020 a Sant’Antioco, e non solo per modo di dire. Merzz’ora prima della mezzanotte aveva preso fuoco l’auto della responsabile dei servizi sociali del Comune e le fiamme si erano esteso anche all’autovettura del marito della donna. Dopo circa due ore, alle 2,30, era stata la volta di un chiosco bar “Wikiky” sul lungomare, totalmente in legno e prossimo a una pineta. L’allarme era stato tale da far giungere i vigili del fuoco di Carbonia, Iglesias e Cagliari. Attorno alle 4 altro rogo, bruciata un’Apecar in via San Giovanni Bosco.

Dopo alcuni mesi di indagini i carabinieri del paese sono riusciti a dare un nome agli incendiari e li hanno arrestati questa mattina all’alba su ordine di custodia cautelare in carcere del gip Ermengrada Ferrarese, emesso su richiesta del pm Rita Cariello. In manette sono finiti Pier Paolo Carta e Antonio Cacciarru, di 44 e 42 anni, accusati di incendio doloso e danneggiamenti gravi.

Una notte folle alla quale i carabinieri hanno cercato in questi mesi di dare delle spiegazioni, anche con l’utilizzo delle tecniche d’indagine più invasive e raffinate. Intanto era impossibile che tanto attivismo, da parte di una mano che appariva essere unica, fosse totalmente sfuggito a tutti gli abitanti dell’isola ed i primi riscontri erano venuti da alcuni testimoni che qualcosa avevano visto.

E’ bastata in tal caso una sola fonte confidenziale per andare a percorrere la pista investigativa giusta e che portava a Carta e Cacciarru. Sarebbe poi emerso anche un quarto incendio nello stesso arco temporale, relativo ad una tettoia in legno. Le indagini hanno fatto emergere i veri moventi dei raid: di carattere per così dire professionale per quanto attiene alla responsabile dei servizi sociali del Comune; relativi ad una eredità contesa a proposito del motocarro bruciato; una vecchia discussione per ciò che riguardava il chiosco.

In definitiva i due arrestati, entrambi con precedenti giudiziari, avevano deciso di levarsi molti sassolini dalle scarpe e di farsi da soli quella che ritenevano essere giustizia in una sola notte di follia. Ad Antonio Cacciarru è stato contestato anche il porto illegale di un’arma da fuoco.(luciano onnis)

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