La Nuova Sardegna

Cagliari

Il blitz

Pastore ridotto in schiavitù, torturato e mutilato con il taglio di orecchie e falangi

di Luciano Onnis
Pastore ridotto in schiavitù, torturato e mutilato con il taglio di orecchie e falangi

L’operazione dei carabinieri è scattata alle prime luci dell’alba a Villasor. In manette una coppia

05 febbraio 2024
2 MINUTI DI LETTURA





Villasor In affido ai servizi sociali dal tribunale, ha tenuto sotto sequestro un pastore, riducendolo in stato di schiavitù. Per questo motivo un allevatore di Villasor è stato arrestato questa mattina, lunedì 5 febbraio, dai carabinieri assieme alla compagna. Ma non è tutto, perché nelle vicinanze della sua abitazione aveva accumulato illecitamente trenta tonnellate di rifiuti speciali, auto e carcasse, rottami, componenti dei motori e delle carrozzerie, che poi vendeva su internet. L’allevatore, un 44enne già noto alle forze di polizia, è finito in carcere a Uta. Mentre per la compagna 35enne sono scattati gli arresti domiciliari.

Il blitz dei militari – di Villasor, Serramanna, della compagnia di Sanluri, dei Cacciatori di Sardegna e il gruppo elitrasportato di Abbasanta – è scattato alle alle prime luci dell’alba in località Bruncu Su Laccu. Secondo quanto emerso, la vittima delle angherie dell’allevatore e della compagna è un 45enne assunto irregolarmente come pastore. L’uomo sarebbe stato sfruttato e mai retribuito, maltrattato, privato del cellulare. La vittima veniva alloggiata in una casupola fatiscente vicino alla stalla dei cavalli e alla porcilaia, con libertà anche di allontanarsi dalla masseria. Ma non lo faceva mai per il terrore di dover poi subire le angherie dei suoi aguzzini: botte, persino bastonate e frustate. Ma anche menomazioni fisiche e torture, come sembra essere accaduto: il taglio di una falange e di parti delle orecchie, ustioni con la fiamma ossidrica e lesioni di vario genere in varie parti del corpo. Le cicatrici rimaste lo dimostrerebbero e risultano nel referto del medico legale che ha visitato la vittima dopo l’epilogo della sconcertante vicenda che ha portato all’arresto della coppia di aguzzini.

La triste vicenda è andata avanti fino alla fine dello scorso mese di dicembre, quando l’uomo è riuscito a scappare con l’aiuto della sorella. I due si sono quindi rivolti ai carabinieri del paese e il magistrato ha disposto accertamenti medico legali che hanno evidenziato la crudeltà dei maltrattamenti subiti, con lesioni permanenti aggravate con deformazione dell’aspetto fisico della vittima. Per l’allevatore è scattato l’arresto con l’ipotesi di reati di riduzione in schiavitù, plagio, lesioni permanenti aggravate con deformazione dell’aspetto e impiego di lavoratori in nero.

Nel corso del blitz di questa mattina, i carabinieri hanno controllato l’intera area nei dintorni dell’abitazione e hanno trovato una notevole quantità di materiali (30 tonnellate) tra auto e rottami, carcasse, ricambi e parti di motori. Tutto il materiale, come hanno accertato i carabinieri, veniva messo in vendita sul web. Quindi l’allevatore è stato anche denunciato per gestione non autorizzata di rifiuti speciali.

Primo piano
Sanità

Il ministro fissa i paletti: stop ai “gettonisti d’oro”, ma l’emergenza resta

di Andrea Massidda
Le nostre iniziative