Ilaria Salis candidata, le Lucido Sottile incatenate raccontano la sua prigionia: all’happening a Cagliari anche il padre dell’attivista Roberto
L’insegnante arrestata 18 mesi fa a Budapest con l’accusa di aver aggredito alcuni nazifascisti, «contro di lei un processo politico» dice il genitore. Il deputato Nicola Fratoianni: «Il garantismo finora dimostrato dal governo Meloni è a seconda delle persone»
Cagliari Roberto Salis, cagliaritano doc poi emigrato in Lombardia, non è candidato alle Europee, ma la campagna elettorale, come in questi giorni in Sardegna, continuerà a farla fino ai primi di giugno. In nome e per conto della figlia Ilaria, che invece è candidata con l’Alleanza Verdi Sinistra. Però lei, l’attivista di Monza molto legata alla Sardegna, da 18 mesi è nelle mani della giustizia ungherese, che prima l’ha arrestata, con l’accusa di aver aggredito dei nazifascisti, poi tenuta in catene, scatenando un caso internazionale, e solo di recente le sono stati concessi gli arresti domiciliari.
A Cagliari è stato organizzato un happening a sostegno della candidatura dell'attivista di Monza, a con forti legami con la Sardegna. Sul palco le "Lucido Sottile" sono salite in catene, ricordando le immagini di Ilaria legata mani e piedi durante il processo nell'aula del tribunale di Budapest.
Il padre di Ilaria ha detto: «Mia figlia è vittima di un processo politico e ora s’è candidata alle Europee in difesa dei diritti umani. Che Europa vorrebbe mia figlia? Non in mano alle Destre, come purtroppo può accadere». Sul legame con l’isola: «Mia figlia è molto legata alla Sardegna, viene d'estate soprattutto. Prima che accadesse quello che poi è accaduto in Ungheria, l'ultima volta nell'isola, abbiamo partecipato insieme a un corso di moto endurance e per tutti e due è stata un'esperienza fantastica».
Il deputato Nicola Fratoianni di Avs ha sottolineato: «Il garantismo finora dimostrato dal governo Meloni va a fasi alterna a seconda delle persone, delle circostanze e delle convenienze. A confermarlo è il diverso atteggiamento che ha avuto nel caso di Chicco Forti, l'imprenditore italiano condannato all'ergastolo negli Usa e poi estradato, e in quello di Ilaria, che – lo ricordo -, è invece è ancora un'imputata in attesa di giudizio».