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Elezioni, Cagliari di nuovo al Massimo: «Un giorno straordinario»

di Enrico Gaviano
Elezioni, Cagliari di nuovo al Massimo: «Un giorno straordinario»

Zedda confermato al primo turno: ritorna a Palazzo Bacaredda dopo 5 anni. Dalla sede elettorale la festa si è spostata in piazza Garibaldi con la Todde

11 giugno 2024
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Cagliari Il profumo della vittoria lo sentiva sin dal pomeriggio. Massimo Zedda è arrivato alla sede di via Emilia intorno alle 16: jeans e camicia bianca, quasi una divisa d’ordinanza. Giacca blu sulla spalla, perché il caldo afoso è piombato in città. Si è rinchiuso subito in un ufficio al secondo piano dell’edificio con i più stretti collaboratori. I primi scrutini, circa dieci sezioni , confermano la forbice indicata dagli exit poll: l’esponente del Campo Largo intorno al 60 per cento, Alessandra Zedda per il centrodestra fra il 35 e il 36 per cento, gli altri lontanissimi. Numeri che sono rimasti tali anche con il passare delle, poche, successive ore. Poco prima delle 19 Massimo Zedda ha tenuto la conferenza stampa da sindaco, eletto per la terza volta, dopo aver governato due volte fra il 2011 e il 2019. L’emozione al momento delle sue prime dichiarazioni al comitato elettorale è trasparente . «I primi ringraziamenti – ha detto fra Piero Comandini e Guido Portoghese, esponenti di punta del Pd – vanno ai rappresentanti delle dieci liste che mi hanno sostenuto e ai cittadini che mi hanno concesso per l’ennesima volta la fiducia, dando consenso alla coalizione ma anche un bel carico di responsabilità. Primo obbiettivo rispondere ai cittadini, soprattutto a quelli in difficoltà, e riuscire in particolare a dare una speranza di lavoro ai nostri giovani, evitando che debbano andare via». Quindi intorno alle 20.10 eccolo in piazza Garibaldi, a festeggiare con i suoi sostenitori. Al suo fianco c’è Alessandra Todde , la presidente della Regione. Che non nasconde la sua soddisfazione.

«Abbiamo avuto la conferma a Cagliari, e non solo, che il campo largo in Sardegna funziona ed è un esempio per tutta l’Italia. Magari dovrebbero guardare di più a noi per capire e non commettere altri errori». L’abbraccio della gente è caldo ed entusiasta . Ci sono anziani militanti di partito, donne e uomini che si avvicinano per stringergli la mano e fargli i complimenti, ma anche tanti giovani, tante ragazze. E poi c’è voglia di ascoltarlo. La ricerca di un microfono e una cassa che amplifichi le sue parole diventa una caccia al tesoro. Un bar davanti alla scalinata della scuola Riva da l’attacco a una spina di corrente e il gioco è fatto. Il neo sindaco ricorda come “Cagliari è percepita come una città bella, in grande sviluppo e con grandi potenzialità sia da chi ci vive che da chi viene a visitarla. Ma invece è ai livelli minimi la fiducia verso l’istituzione comunale. Noi dobbiamo cambiare questo trend”. Primi obbiettivi già all’orizzonte: «Metterei subito il Piano urbanistico comunale, un Puc che guardi non solo all’immediato futuro ma disegni il futuro della città soddisfacendo le esigenze dei cittadini e dell’ambiente. Poi direi che dovremo affrontare gli aspetti dei cantieri cittadini anche se in quelli già avviati e dunque con i denari impegnati potremo fare poco. E poi pensare al nuovo bando per la raccolta differenziata che già ha raccolto risultati lusinghieri».

C’è il tempo per parlare degli avversari in questa corsa. «Ci siamo sent iti e li ringrazio – sottolinea – anche perché è stata una competizione molto corretta». Infine il passaggio su due grandi personaggi della sinistra: «In questi giorni ricorrono i 100 anni dall’omicidio di Giacomo Matteotti e i 40 anni dalla morte di Enrico Berlinguer. Noi nel nostro piccolo dobbiamo raccogliere da loro il testimone e seguire quell’esempio, quegli ideali, anche quel sacrificio nell’azione amministrativa e nel comportamento di tutti i giorni». La sera è scesa mentre l’applauso per “Massi”, come lo chiamano confidenzialmente i suoi concittadini, sale prepotente verso il cielo di Cagliari.

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