Ancora nessuna traccia dei quattro migranti naufragati al largo di Capo Teulada
Proseguono le ricerche in mare e con gli elicotteri, nelle strade sterrate e nell’area del poligono militare
Teulada Non si trovano i presunti quattro migranti che mancano all’appello fra la trentina di algerini naufragati nella tarda mattinata di giovedì al largo di Capo Teulada, nel tratto di mare antistante Cala Zafferano.
Le ricerche in mare dei mezzi navali della guardia costiera, esercito, guardia di finanza e dei vigili del fuoco, supportati alla luce del giorno dagli elicotteri, non hanno dato esito. Così come quelli effettuati nell’area interna del poligono militare di Capo Teulada dal personale dell’Esercito, e nelle strade sterrate costiere dai carabinieri delle stazioni locali della Compagnia di Carbonia alla ricerca di migranti riusciti eventualmente ad arrivare a terra a nuoto e poi allontanatisi autonomamente dalla zona di arrivo.
Le motovedette hanno continuato a perlustrare il tratto di mare anche durante la notte con la super tecnologica CP320 dotata di visualizzatori notturni a raggi x per l'individuazione di corpi umani in acqua, mentre i mezzi aerei hanno ripreso a farlo alle prime luci del giorno. Non sono state avvistate neppure le imbarcazioni su cui sono arrivati i migranti – si parla di due barchini -, che non si capisce come possano essersi entrambe rovesciate in condizioni meteomarine ottimali, il moto ondoso praticamente assente. Solo al Cpa di Monastir, grazie a un interprete di madre lingua, potranno essere chiariti i diversi aspetti del naufragio. Di certo c’è che i migranti salvati sono complessivamente ventisette di nazionalità algerina, fra cui tre donne, tutti apparentemente di maggiore età.
L’allarme naufraghi è scattato nella tarda mattinata di giovedì 28 novembre quando una motovedetta dell’Esercito che perlustrava il tratto di mare del poligono militare di Capo Teulada ha avvistato in acqua in prossimità di Capo Levante numerose persone che cercavano di raggiungere a nuoto la riva più vicina a Cala Zafferano. Ne hanno ripescate e messe in salvo dieci, più una che aveva già raggiunto una scogliera all’interno dell’area militare. Sono stati portati e sbarcati nel porticciolo turistico di Teulada, per essere affidati alle cure del personale medico dell’Esercito. Intanto, a terra, sono stati rintracciati altri sdici migranti che avevano guadagnato a nuoto la riva, fra Cala Zafferano e il poligono militare. Radunati tutti nell’attracco turistico di Teulada, sono stati rifocillati, forniti di abiti asciutti e in serata accompagnati al Cpa di Monastir.
Mentre le ricerche in mare e a terra dei quattro naufraghi che mancherebbero alla conta sono continuate per l’intera giornata di ieri, si sta cercando da parte investigativa di fare piena luce sul naufragio, senza trascurare la possibilità che i migranti siano arrivati su una unica imbarcazione pilotata da scafisti che li ha abbandonati in prossimità della riva ed è poi ripartita verso il luogo di provenienza, presumibilmente l’Algeria.