Il Marina Cafè Noir lascia Cagliari dopo 23 anni
In un lungo comunicato gli organizzatori spiegano le motivazioni della drastica decisione
«Dopo 23 anni, il Marina Cafè Noir lascia Cagliari». Così il post pubblicato oggi 4 novembre dagli organizzatori di una delle manifestazioni culturali di punta del capoluogo, Giacomo Casti, Donatella Mendolia e Francesco Scano, ha spiazzato il maestoso pubblico degli appassionati che dagli esordi non perde una sola edizione di Mcn, provocando un vero e proprio terremoto negli ambienti della cultura. E lasciando basita anche l’assessora competente in materia, Maria Francesca Chiappe, che si è detta «sorpresa» per una decisione che – a suo parere – non troverebbe alcuna spiegazione: «Non so il motivo, abbiamo perfino triplicato i fondi. Vanno altrove nonostante siano vincitori del bando triennale? Hanno partecipato e la loro associazione è destinataria di 39mila euro, 20mila in più rispetto al passato. Hanno avuto problemi con la burocrazia? Li ha avuti anche la Treccani, che ha superato».
Dicono di sentirsi «un peso». Di essere stanchi della «burocrazia». E scrivono: «Nonostante libri, storie e racconti siano da sempre il nostro pane quotidiano, condiviso con migliaia di persone, ci troviamo costretti a infrangere la regola aurea della lettura». Il perché non è mai scritto espressamente, ma viene lasciato intuire fra le righe nel lungo comunicato affidato ai social. «Il Festival (il primo nel suo genere in Sardegna) ha amato tutti i luoghi in cui è andato in scena. La nostra è una storia cagliaritana, raccontata da molte realtà». Poi la stoccata: «Ci avrebbe fatto piacere sentire lo stesso interesse anche da parte delle amministrazioni». Un interesse che per l’assessora alla Cultura di Cagliari non è mai venuto a mancare. Maria Francesca Chiappe parla di una forte e convinta collaborazione: «Per il Festival abbiamo riaperto il Bastione nonostante i lavori, e quest’anno abbiamo triplicato i finanziamenti, con uno sforzo economico notevole». Eppure gli organizzatori affermano di sentirsi un peso: «Negli ultimi tempi, la maggior parte delle energie sono state spese per far fronte a un rapporto complicato con l’amministrazione comunale». Poi il cenno alla burocrazia «diventata uno strumento usato in maniera incomprensibile, spesso contraddittoria». «Quel che è certo – concludono – è che Marina Cafè Noir continuerà, seppur non a Cagliari. A breve vi diremo dove».
