La Nuova Sardegna

Cagliari Nel segno dell’identità, il pranzo di Natale sarà certamente un tripudio di sapori autentici fra antipasti, primi e secondi piatti. Dai culurgionis e ravioli di ricotta, serviti con un sugo al profumo di basilico, o un trionfo di malloreddus alla campidanese. Fino al maialetto e l’agnello arrosto, per chi preferisce la carne, o l’astice, l’aragosta, i gamberoni e le ostriche per chi, sulla tavola imbandita, porterà i prodotti del mare. Non mancheranno formaggi e salumi, con pane carasau, fino ai dolci tradizionali (fra seadas e papassini) accompagnati da un buon mirto fatto in casa. Per il vino – dai Vermentini al Cannonau, passando per Carignano, Cagnulari, Monica e le bollicine made in Sardegna – ci sarà l'imbarazzo della scelta.

C’è da giurarci, come hanno fatto, nessuno baderà a spese: «Il nostro pranzo sarà a base di pesce, dal polpo all’aragosta». Il budget? «Non ci bado, ordino, compro, spendo», racconta una massaia. Al mercato civico di San Benedetto, che ora si trova in piazza Nazzari, vicino al Teatro lirico, il via vai per gli acquisti è già cominciato con box presi praticamente d’assalto, dove è anche possibile rubare qualche ricetta per cucinare una buona burrida o la fregula con i frutti di mare.

I prezzi? Dicono siano rimasti sostanzialmente invariati. «Sugli ortaggi, invece, c’è un 30 per cento in più. Su melanzane, peperoni e zucchine – spiega il fruttivendolo Alberto Cannas – si va da 3 euro e 50 a 4.50». «Anche i salumi sono aumentati» – gli fa eco Andrea Mocci, dal box “I Cherchi” «ma già dal 2024». I prezzi della carne? «Quasi come l’anno scorso», risponde il macellaio Luigi Lai: «L’agnello costa 17 euro al chilo, il maialetto (che non è da latte) costa anche 21 euro».

Poco più avanti, le massaie in fila comprano una specialità preparata con la carne di coniglio: «Disossato e ripieno con pancetta, pomodoro secco, prezzemolo e aglio e un po’ di lardo di maiale per chi lo cucina al forno: 20 euro al chilo».

Dai sapori della terra a quelli del mare, il pesce più richiesto, a Cagliari, è l’astice: «Anche perché ha un costo contenuto, da noi 37 euro e 90 – spiega il pescivendolo Fabio Congera – mentre i gamberoni (dalla Sicilia, di seconda) arrivano a 70/75 euro al chilo». Seppie 12.90, calamari 17.90, moscardini 13.90. Sempre gettonate le ostriche: «Noi abbiamo quelle di Sant’Antioco e Santa Gilla, dai 15 ai 17 euro al chilo», risponde Emanuele Troia. Cozze, da Olbia, 7 euro al chilo, le vongole, si sa, costano molto di più: «Anche 20 euro al chilo, perché non si trovano».

Il gattuccio per la burrida? «Qui 12 euro al chilo» dice Daniele Spagnoletti che dà qualche dritta sulla ricetta: «Il pesce si fa lessare, poi a parte si prepara il soffritto con olio, aglio, prezzemolo e il fegatino, noci pestate e l’aceto. Si rosola per una decina di minuti ed è pronto». Sul vino da portare a tavola, in Sardegna, ci sarà l’imbarazzo della scelta: «A me piace il Cagnulari», racconta Antonella Cocco, arrivata al mercato con la lista della spesa per Natale già pronta: «Per pranzo ci saranno i ravioli fatti da mamma con la ricotta, scorza di limone e prezzemolo. Poi il maialetto arrosto con un contorno di patate. Gli antipasti, un classico con salsiccia e formaggio». Anche lei non baderà a spese: «Preferisco spendere di più e avere la certezza sulla qualità». In mano ha una salsiccia secca da 32 euro al chilo: «Meglio poca ma buona».

In tavola, fra i funghi di stagione, potrebbe esserci anche su murdegu: «Decisamente insemolato e fritto con un po' di aglio e prezzemolo» è il consiglio di chi li vende. Dulcis in fundo: la bottarga. Cara, carissima: «Questa l’ha ordinata un cliente, costa 500 euro. Le uova sono poche, i prezzi, in base al peso – racconta il titolare del box – schizzano decisamente in alto».