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Benzina, prezzi fuori controllo: «Ma difendersi è possibile». I consigli dell'esperto

di Giuseppe Centore
Benzina, prezzi fuori controllo: «Ma difendersi è possibile». I consigli dell'esperto<br type="_moz" />

Intervista a Roberto Degl’Innocenti: «L’aumento dei prodotti non dipende da debolezze commerciali e produttive di singoli stati del Mediterraneo»

14 aprile 2024
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Un battito d’ali del mercato e degli scenari globali e subito le nostre tasche ne risentono. Direttamente quando andiamo a fare il pieno al distributore, indirettamente con l’incremento di tutti i costi legati al trasporto.

Ma si può fare qualcosa per limitare, se non cancellare gli aumenti di benzina e gasolio, che in molte parti del Paese stanno facendo segnare prezzi alla pompa come non si vedevano da due anni?

Sì, ma bisogna usare la testa e considerare le scelte che si fanno quasi automaticamente ogni giorno. Da questo punto di vista anche le app ci danno una occasione per risparmiare diversi euro a pieno.

Ne è convinto Roberto Degl’Innocenti, amministratore delegato di Oil&enegy consulting, società di consulenza nel settore petrolifero, collaboratore di Quotidiano Energia.

Ma è possibile che ogni volta ci sorprendiamo delle fiammate rialziste sul prezzo di benzina e diesel?

«Dobbiamo guardare alla radice, e capire che gli aumenti dei prezzi di questo periodo sono legati a variabili particolari che non dipendono certo da singoli paesi. Oggi assistiamo, causa tensioni internazionali e offerta non in crescita, a un aumento delle quotazioni del raffinato nel Mediterraneo. È questo il prezzo che dobbiamo guardare, non il prezzo del petrolio ma del raffinato. Se aumenta la richiesta ma non cresce l’offerta è chiaro che il prezzo sale, e si riverbera subito sulla pompa, dove anche i millesimi fanno la differenza».

I prezzi salgono, si vedono cartelli con valori impensabili sino a pochi mesi fa, oltre 2,3 euro a litro per qualità di benzina più performanti. Nelle grandi città le oscillazioni fanno spavento: da 1,7 a 2,2 per categoria di prodotto, pur con caratteristiche diverse. Ci dobbiamo abituare?

«Abituare forse no, ma capire che ci sono margini per risparmiare sì, sia a livello collettivo che individuale».

Partiamo dalle scelte che può fare il governo. Ritoccare al ribasso le accise è una operazione complessa, se non altro perché sono una fonte certa, purtroppo per noi, di entrate per l’erario.

«Certo, qualunque operazione strutturale di abbattimento delle accise, che sono una delle due componenti della imposizione fiscale sugli olii minerali, quella fissa, poi c’è la variabile in percentuale, l’Iva, è complessa. Si può però restituire il gettito Iva incrementale generato dall’aumento prezzi, come si può rendere elastica e non fissa una delle voci di accisa in funzione del gettito Iva. È successo in passato, la normativa lo prevede».

Della serie l’Erario rinuncia a una aliquota di ulteriore guadagno per le sue casse provocato dall’incremento dei prezzi e lo restituisce sotto forma di “sconto” sul prezzo finale. Una partita a somma zero, che però per le asfittiche casse pubbliche comporta il venir meno di una ghiotta occasione di introiti.

«È vero, ma si è fatto in passato, lo si può fare, tecnicamente non è un problema e aiuterebbe a far scendere i prezzi in tempi rapidissimi».

E l’altro intervento chi lo deve fare?

«Il consumatore, scegliendo con attenzione. La rete nazionale è composta da tanti distributori che offrono molte tipologie di prodotti e servizi. Bisogna scegliere. Come si sceglie un albergo o un ristorante in base a una serie di calcoli e gusti, così andrebbe fatto le stazioni di rifornimento dove si fa il pieno. Ormai ci sono siti come l’Osservatorio prezzi del Ministero delle Imprese che aggiornano in tempo reale prezzi e caratteristiche dei prodotti alla pompa. Scegliete dove fare il pieno, non fatelo quando siete in riserva, il risparmio è certo, e parlo anche di 5-7 euro a pieno. Le dinamiche concorrenziali consentono ai scegliere tra più servizi e marchi».

Eppure i consumatori si lamentano di prezzi piatti, e servizi aggiuntivi al rifornimento quasi inesistenti.

«La rete è cambiata in pochi anni e tra dieci anni rispetto a oggi sarà irriconoscibile. Sceglieremo punti di rifornimento multipli, benzina diesel, gpl o metano, idrogeno, elettrico, biocarburanti, o sistemi di trasporto condiviso. Le stazioni stanno già avviando un cambiamento che sarà epocale con strumenti differenziati per soddisfare la domanda globale di mobilità».

E nel frattempo?

«Occhio al prezzo e scegliere, non essere costretti a fare il pieno. Almeno per la parte che riguarda il consumatore qualcosa si può fare. Per le tensioni internazionali meglio mettersi l’anima in pace. I prezzi continueranno a essere un termometro molto sensibile».


 

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