La Nuova Sardegna

Nuoro

Ortueri, piccolo regno degli asini sardi

di Tiziana Simula
Ortueri, piccolo regno degli asini sardi

L’intuizione di Salvatore Casula, il sindaco che ha salvato dall’estinzione la razza creando un parco dove si pratica l’onoterapia - FOTO

29 aprile 2013
3 MINUTI DI LETTURA





INVIATA A ORTUERI. Se ne vanno a spasso con l’andatura ancora incerta strusciandosi di tanto in tanto contro il folto pelo della mamma. Hop e Pan sono due asinelli venuti al mondo poco più di una settimana fa, e sono già le mascotte di “Mui Muscas”, il parco dell’asino sardo puro che sorge a nord est dell’abitato di Ortueri: alla vista degli asinelli appena nati, bambini e adulti impazziscono. E non potrebbe essere diversamente di fronte a questi animali, così teneri e affettuosi. Tanto da poter regalare a chi li accarezza e impara a entrare in relazione con loro, importanti benefici per la salute attraverso quella che viene chiamata “onoterapia”, un tipo di pet therapy preziosa per la riabilitazione che proprio qui, a “Mui Muscas” viene praticata, unico servizio del genere nell’isola.

All’asino sardo e al ruolo che svolge sul fronte sociale, l’amministrazione comunale di Ortueri da tre anni dedica un evento “Le giornate dell’asino”, ospitate all’interno del parco comunale: 55 ettari di territorio dove 51 asinelli sardi, compresi i due nuovi nati (un maschietto e una femminuccia), pascolano in branco in tutta libertà, come mansueti cagnolini, brucando l’erba e mangiando il fieno e il mangime che trovano lungo il loro cammino. Per due giorni, sabato scorso e ieri, il parco ha spalancato le porte per far conoscere da vicino ai visitatori questo splendido animale che nell’isola ha rischiato l’estinzione. Per questo è nato “Mui Muscas”: «Per salvaguardare e tutelare l’asino sardo che è stato in passato il fedele compagno dell’uomo, da sempre un supporto di lavoro per contadini, allevatori e pastori, un animale dall’affettuosità impressionante», spiega il sindaco Salvatore Casula.

È stato lui, nel ’93, alla guida del Comune anche in quegli anni, a volere il parco comunale. Figlio di agricoltori, ha sempre avuto una passione per questo animale e non è voluto stare con le mani in mano quando ha capito che l’esistenza dell’asino sardo puro era a rischio. «Fino al 1975 nell’isola c’erano 30mila asini autoctoni, nell’arco di 15 anni si sono ridotti a 300: avevano esaurito il loro ruolo come supporto di lavoro, sostituiti dall’avvento della motocarrozzella, l’Apixedda, come la chiamiamo noi», racconta. Mentre intorno a lui, è un vociare di bambini entusiasti che accarezzano gli asinelli che se ne vanno a passeggio in mezzo alla gente con il loro passo lento e la croce di Sant’Andrea disegnata sulla groppa. «Noi – prosegue Casula – siamo intervenuti nel momento di crisi dell’asino sardo: li abbiamo raccolti e portati qui, e siccome molti erano ibridati da asini Ragusani e di Martina Franca, abbiamo lavorato sulla purezza della razza, cosa che facciamo da vent’anni. Attualmente, l’80% degli animali presenti nel parco sono di razza sarda pura. Con le “Giornate dell’asino” ci proponiamo di valorizzarlo e di reinserirlo in un circuito sociale: non più utilizzato per il lavoro come accadeva nel passato, ma per i suoi effetti terapeutici, con l’onoterapia».

In occasione della manifestazione, a “Mui Muscas” sono stati allestiti stand con mostre sull’asino sardo e prodotti dell’artigianato e dell’enogastronomia locale. Un momento di promozione di tutto ciò che il territorio offre, asinelli compresi.

«Sono animali mansueti e si prestano molto alla relazione con i più piccoli», spiegano Maria Antonietta Zedde e Sonia Lai, della cooperativa sociale B Entula, entrambe psicologhe specializzate in onoterapia. Operano nel parco dove vengono svolte attività di riabilitazione di bambini con disabilità e attività ludico ricreative rivolte a tutti, con l’impiego di dieci asinelli appositamente educati per far questo. Tra loro, Fiocco e Castagna che ieri, all’interno dell’asinaggio, cioè il recinto, si facevano coccolare da grandi e piccoli con striglia e spazzola: approccio vincente.

Insieme alle psicologhe, lavorano sette allevatori che si occupano esclusivamente di garantire la cura del cibo. Presto il lieto evento colorerà con nuovi fiocchi rosa e azzurri l’oasi comunale: dieci mamme sono gravide. Tra una quindicina di giorni, inizieranno a partorire e nell’aria risuoneranno tanti nuovi ragli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Il caso

Siccità, sale la tensione nell'isola: ora si spara

di Sergio Secci
Le nostre iniziative