Ortueri, piccolo regno degli asini sardi
L’intuizione di Salvatore Casula, il sindaco che ha salvato dall’estinzione la razza creando un parco dove si pratica l’onoterapia - FOTO
INVIATA A ORTUERI. Se ne vanno a spasso con l’andatura ancora incerta strusciandosi di tanto in tanto contro il folto pelo della mamma. Hop e Pan sono due asinelli venuti al mondo poco più di una settimana fa, e sono già le mascotte di “Mui Muscas”, il parco dell’asino sardo puro che sorge a nord est dell’abitato di Ortueri: alla vista degli asinelli appena nati, bambini e adulti impazziscono. E non potrebbe essere diversamente di fronte a questi animali, così teneri e affettuosi. Tanto da poter regalare a chi li accarezza e impara a entrare in relazione con loro, importanti benefici per la salute attraverso quella che viene chiamata “onoterapia”, un tipo di pet therapy preziosa per la riabilitazione che proprio qui, a “Mui Muscas” viene praticata, unico servizio del genere nell’isola.
All’asino sardo e al ruolo che svolge sul fronte sociale, l’amministrazione comunale di Ortueri da tre anni dedica un evento “Le giornate dell’asino”, ospitate all’interno del parco comunale: 55 ettari di territorio dove 51 asinelli sardi, compresi i due nuovi nati (un maschietto e una femminuccia), pascolano in branco in tutta libertà, come mansueti cagnolini, brucando l’erba e mangiando il fieno e il mangime che trovano lungo il loro cammino. Per due giorni, sabato scorso e ieri, il parco ha spalancato le porte per far conoscere da vicino ai visitatori questo splendido animale che nell’isola ha rischiato l’estinzione. Per questo è nato “Mui Muscas”: «Per salvaguardare e tutelare l’asino sardo che è stato in passato il fedele compagno dell’uomo, da sempre un supporto di lavoro per contadini, allevatori e pastori, un animale dall’affettuosità impressionante», spiega il sindaco Salvatore Casula.
È stato lui, nel ’93, alla guida del Comune anche in quegli anni, a volere il parco comunale. Figlio di agricoltori, ha sempre avuto una passione per questo animale e non è voluto stare con le mani in mano quando ha capito che l’esistenza dell’asino sardo puro era a rischio. «Fino al 1975 nell’isola c’erano 30mila asini autoctoni, nell’arco di 15 anni si sono ridotti a 300: avevano esaurito il loro ruolo come supporto di lavoro, sostituiti dall’avvento della motocarrozzella, l’Apixedda, come la chiamiamo noi», racconta. Mentre intorno a lui, è un vociare di bambini entusiasti che accarezzano gli asinelli che se ne vanno a passeggio in mezzo alla gente con il loro passo lento e la croce di Sant’Andrea disegnata sulla groppa. «Noi – prosegue Casula – siamo intervenuti nel momento di crisi dell’asino sardo: li abbiamo raccolti e portati qui, e siccome molti erano ibridati da asini Ragusani e di Martina Franca, abbiamo lavorato sulla purezza della razza, cosa che facciamo da vent’anni. Attualmente, l’80% degli animali presenti nel parco sono di razza sarda pura. Con le “Giornate dell’asino” ci proponiamo di valorizzarlo e di reinserirlo in un circuito sociale: non più utilizzato per il lavoro come accadeva nel passato, ma per i suoi effetti terapeutici, con l’onoterapia».
In occasione della manifestazione, a “Mui Muscas” sono stati allestiti stand con mostre sull’asino sardo e prodotti dell’artigianato e dell’enogastronomia locale. Un momento di promozione di tutto ciò che il territorio offre, asinelli compresi.
«Sono animali mansueti e si prestano molto alla relazione con i più piccoli», spiegano Maria Antonietta Zedde e Sonia Lai, della cooperativa sociale B Entula, entrambe psicologhe specializzate in onoterapia. Operano nel parco dove vengono svolte attività di riabilitazione di bambini con disabilità e attività ludico ricreative rivolte a tutti, con l’impiego di dieci asinelli appositamente educati per far questo. Tra loro, Fiocco e Castagna che ieri, all’interno dell’asinaggio, cioè il recinto, si facevano coccolare da grandi e piccoli con striglia e spazzola: approccio vincente.
Insieme alle psicologhe, lavorano sette allevatori che si occupano esclusivamente di garantire la cura del cibo. Presto il lieto evento colorerà con nuovi fiocchi rosa e azzurri l’oasi comunale: dieci mamme sono gravide. Tra una quindicina di giorni, inizieranno a partorire e nell’aria risuoneranno tanti nuovi ragli.
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