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Solidarietà per le insegnanti accusate di insubordinazione

Solidarietà per le insegnanti accusate di insubordinazione

POSADA. Accusate di insubordinazione per non aver effettuato le prove Invalsi, due insegnanti della scuola primaria rischiano un procedimento disciplinare. Dopo la difesa a oltranza di Cobas che...

29 maggio 2013
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POSADA. Accusate di insubordinazione per non aver effettuato le prove Invalsi, due insegnanti della scuola primaria rischiano un procedimento disciplinare. Dopo la difesa a oltranza di Cobas che giudicano il provvedimento un insopportabile attacco alla libertà d’insegnamento, a sostegno delle maestre, arriva anche la solidarietà del circolo Pd di Posada, della federazione degli studenti nuoresi e delle colleghe. «Il circolo e i giovani democratici di Posada si schierano con le maestre che rischiano gravi sanzioni disciplinari per aver difeso la libertà di insegnamento sancito dalla costituzione – dice il segretario Marco Ventroni – Maestre che opponendosi al metodo di valutazione Invalsi difendono il bambino altrimenti considerato come semplice oggetto da catalogare con un numero. Pensiamo che l’azione delle maestre sia un esempio di coraggio contro un sistema che sta annientando e distruggendo la scuola. Inoltre conoscendo la passione delle due insegnanti nel dare il massimo per la crescita culturale e umana dei bambini di Posada confidiamo nel buon senso di chi debba riconoscere l’insegnamento un sistema che vada oltre la semplice catalogazione numerica». Gianluca Ruju per la federazione studenti esprime solidarietà: «Le maestre – dice – rischiano sanzioni disciplinari per essersi rifiutate su indicazione dei genitori di somministrare la prova che mortifica la libertà di insegnamento e rende gli studenti semplici oggetti. Condividiamo l’azione delle due maestre – conclude – e pensiamo che debba essere esempio di coraggio». Anche tutti i docenti della scuola primaria di Posada esprimono la vicinanza alle colleghe, per il provvedimento avviato dalla dirigente scolastica. «Il provvedimento è ingiusto e lesivo della professionalità e della libertà di insegnamento – dicono – diritto insindacabile della professione docente». (s.s.)

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