La Nuova Sardegna

Nuoro

Tentò di uccidere fratello e carabinieri: condannato a 10 anni

di Valeria Gianoglio
Tentò di uccidere fratello e carabinieri: condannato a 10 anni

NUORO. Dieci anni di carcere con il rito abbreviato. È costata molto cara, a Salvatorangelo Campana, la sparatoria del dicembre del 2012 a Orune. Una selva di colpi di pistola che l’orunese, secondo...

31 maggio 2014
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NUORO. Dieci anni di carcere con il rito abbreviato. È costata molto cara, a Salvatorangelo Campana, la sparatoria del dicembre del 2012 a Orune. Una selva di colpi di pistola che l’orunese, secondo la ricostruzione dei carabinieri, aveva esploso verso la finestra di casa di un fratello, e verso gli stessi carabinieri che in seguito erano andati a cercarlo.

Una sparatoria che era costata, a Campana, l’arresto immediato con le accuse di tentato omicidio, detenzione illegale di arma da fuoco, danneggiamento e detenzione illegale di sostanza stupefacente.

Ieri mattina, dunque, la vicenda giudiziaria nata da quell’episodio è arrivata al dunque davanti al gup del tribunale di Nuoro, Mauro Pusceddu.

La parola è passata alle parti in causa per la discussione. Il pubblico ministero, Andrea Schirra, dopo aver ricostruito, tappa per tappa, le fasi dell’evento, ha chiesto per Campana una condanna a 10 anni di carcere. Mentre la difesa, con gli avvocati Basilio Brodu e Pietro Sanna, ha replicato ricordando le falle delle indagini.

Al termine della camera di consiglio, il giudice per l’udienza preliminare Mauro Pusceddu ha accolto, tuttavia, le richieste dell’accusa e ha condannato Salvatorangelo Campana a 10 anni di carcere. Si chiude così, almeno in primo grado, la vicenda di un anno e mezzo fa. Erano da poco passate le 22 di una sera piuttosto fredda, a Orune.

Sembra una notte come tante e invece di lì a poco si scatena l’inferno. Cinque colpi di pistola centrano la finestra della casa di Michele Campana. Lui, terrorizzato, chiama subito i carabinieri e all’inizio non dice chi era stato, a sparare.

Ma i militari ne vengono comunque a capo in poco tempo: vicino alla casa presa di mira, infatti, abita il fratello di Michele, Salvatorangelo Campana. E i due, stando ai primi accertamenti, litigavano spesso per questioni di eredità e spartizioni di terreni.

Così i carabinieri si dirigono verso la casa di Salvatorangelo, ma lì, la situazione precipita in pochi istanti.

L’allevatore, infatti, sale sul tetto della sua casa e da lì, di fronte ai carabinieri che cercavano di farlo ragionare, risponde a modo suo: sparando diversi colpi di pistola verso i militari. Poi, a quanto pare dopo aver terminato i colpi, si arrende e si consegna. I carabinieri, ovviamente, perquisiscono la sua casa e il cortile annesso: non trovano la pistola, ma in compenso trovano quattro pacchi di marijuana nascosti sotto un lavatoio. Un chilo in tutto. Campana viene arrestato, dunque, e portato in carcere a Nuoro.

Ieri mattina, infine, il processo con il rito abbreviato si è concluso con una condanna a 10 anni con il rito abbreviato.

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