La Nuova Sardegna

Nuoro

Lodè-Loddue-Torpè «Strada dimenticata dalla Provincia»

di Luciano Piras
Lodè-Loddue-Torpè «Strada dimenticata dalla Provincia»

Partono i lavori sul versante opposto, verso Mamone Ma il sindaco chiede più attenzione su tutta la viabilità

21 ottobre 2014
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Da una parte gli operai al lavoro, da venerdì scorso, per ripristinare la viabilità della strada tra Lodè e Mamone. Dall’altra, sul versante opposto, sulla strada tra Lodè e Torpè, passando per Loddue, «tutto tace, la Provincia assente, che non mi risponde», picchia forte il sindaco Graziano Spanu. Senza peli sulla lingua, anche stavolta. Entusiasta, da un lato, finalmente; furibondo dall’altro. Perché se è vero che dopo quasi un anno di attese e solleciti ripetuti, la provinciale 50 che porta a Mamone e verso il Sassarese «sarà rimessa a posto nel giro di quattro mesi» («così assicura la ditta Blu bonifica srl di Grosseto che ha preso in appalto dei lavori per circa 2milioni e 800mila euro»), è altrettanto vero che «mi preoccupano, e mi preoccupano parecchio, le condizioni della strada di Loddue, rifatta con un ribasso mastodontico» sottolinea il primo cittadino di Lodè. «Mi sono attivato in tutte le maniere, e non certo da adesso» spiega Spanu. Lui che, lontano dai clamori e dai palazzi dei bottoni, ha dovuto fare i conti con i danni lasciati dall’alluvione dell’anno scorso. Da una parte la provinciale Lodè-Mamone, unica via per raggiungere l’università e l’ospedale di Sassari come pure l’ospedale di Ozieri. Una strada interrotta in diversi punti, all’altezza del ponte di Gallè e in almeno altri tre punti alquanto critici. «Ora, finalmente, sono partiti i lavori» ribadisce il sindaco, che ringrazia «l’amministrazione penitenziaria di Mamone, il dottor Gianfranco Pala, per aver permesso agli operai l’utilizzo di aree del carcere per il deposito di mezzi e materiali».

«Finalmente finisce il calvario, un calvario» sospira Graziano Spanu. Non ha neppure il tempo di girarsi, tuttavia, per scoprire l’altro nervo ferito: «Costantino Tidu neanche mi risponde più». Una mazzata all’indirizzo del presidente della Provincia, colpevole – secondo il sindaco di Lodè – di non interessarsi alla periferia dell’impero. «Ok, capisco che le Province sono destinate a chiudere, che hanno perso tutti i poteri, che il loro ruolo è agli sgoccioli... ma non si può lasciare una comunità senza risposte. La viabilità è fondamentale. Se ci chiudono la strada di Loddue, dove andremo a finire? Possibile che la Provincia continui a fare orecchi da mercante?». Pane al pane, vino al vino: il sindaco di Lodè non le manda a dire. Puntualizza ancora una volta che lui non ha alcuna poltrona politica da difendere, che l’unico suo pensiero sono i cittadini e ai cittadini deve spiegazioni. Ma pretende spiegazioni a sua volta, dalla Regione, come è successo quando la Regione non rispondeva agli appelli di Lodè (poi, per fortuna, raccolti), dalla Provincia, ora che la Provincia non risponde.

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