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Generazione online, i rischi del web sono dietro l'angolo

Stefania Vatieri
"Una vita la social", la polizia incontra gli studenti
"Una vita la social", la polizia incontra gli studenti

Oltre trecento ragazzi all'iniziativa "Una vita da social". I consigli della polizia postale per non cadere nelle trappole

07 maggio 2015
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NUORO. Sono giovanissimi e quasi sempre connessi, usano WhatsApp, Instagram e Facebook, conoscono abbastanza bene le regole che governano la privacy della rete, ma non i rischi del web. Un identikit della generazione dei sempre on line. Vittime e carnefici di un fenomeno dilagante: cyberbullismo, adescamento online, social network e sicurezza della privacy. Ieri mattina il bus di “Una vita da social” con gli operatori della polizia postale ha fatto tappa a Nuoro, accogliendo numerosi studenti delle scuole medie e superiori della città.

La campagna educativa itinerante giunta alla seconda edizione e realizzata dalla polizia di Stato in collaborazione con il ministero dell'Istruzione e l'autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, è partita il 13 gennaio da Roma, in un tour itinerante di 5 mesi nelle maggiori città d'Italia ( 55 tappe), per sensibilizzare e informare studenti, genitori e insegnanti sui rischi e pericoli dei social network e della Rete. Nella mattinata, oltre 300 giovani alunni si sono susseguiti dentro e fuori il bus multimediale della polizia postale parcheggiato in piazza Italia e allestito come un'aula didattica.


Ad accoglierli uno staff di esperti della polizia postale, Anna Maria Maziotto, dirigente compartimentale regionale, Pierluigi Sanna, responsabile comunicazioni della provincia di Nuoro e Roberto Manca, ispettore capo della polizia postale di Cagliari. Dinamici, innovativi e decisamente al passo coi tempi si sono avvicinati alle generazioni dei giovani nuoresi con ironia evidenziando le opportunità del web ma sopratutto i pericoli che si nascondono dietro lo schermo di uno smartphone.

«Ricordatevi ragazzi che tutto quello che inserite su internet rimane per sempre – spiega agli studenti il responsabile provinciale delle comunicazioni della polizia postale, Pierluigi Sanna – La nuova moda tra i giovanissimi è il sexy selfie e questo potrebbe rappresentare per voi un ostacolo nella vostra futura vita professionale. Non prestatevi a scambi di foto compromettenti, anche se ve lo chiede il fidanzatino o la fidanzatina, perché quella foto poi per gioco o per dispetto ve la potete ritrovare nei social, nei vostri gruppi, e la conseguenza psicologica per un adolescente è devastante».

Ma loro, i nativi digitali, che con le nuove tecnologie ci sono nati e cresciuti in realtà queste cose già le sanno, e probabilmente considerata la giovanissima età sanno fin troppo. Dicono di non essere iscritti a nessun social network, ma conoscono ogni dettaglio della vita da internauta. «Non sono iscritto a Facebook, ma lo conosco molto bene perché lo usa mio fratello e io guardo quello che fa lui – racconta il piccolo Graziano della scuola media di S.Pietro che ha ricevuto il diploma di sentinella del web – Bisogna avere gli occhi aperti e non fidarsi di nessuno, non accettare amicizie da sconosciuti ».

Ma se a chiedere l'amicizia è una bella ragazzina o ragazzino, che fanno i piccoli internauti? «Se è una ragazza bona io l’accetto» risponde Matteo, aprendo il dibattito sul tema dell'adescamento online. «Sbagli caro Matteo – interviene l'ispettore capo della polizia postale – Ci sono professioniste che cercano di avere tue immagini hot per poi ricattarti e rovinarti».
 

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