La “Residenza Familia” è stata dissequestrata
Accolta l’istanza presentata dal legale sulla questione della sicurezza Ma restano in piedi tutte le altre accuse attorno alle morte sospette
NUORO. Gran parte del castello accusatori a carico della Residenza Familia resta in piedi, anche se la casa di riposo di via Aosta è stata dissequestrata. «All’istanza di dissequestro presentata da me nell’interesse della Residenza – dice l’avvocato Francesco Carboni – si è associato anche il pubblico ministero Giorgio Bocciarelli, perché, nel frattempo, le prescrizioni urbanistiche che dovevano essere poste in essere sono state ripristinate: il muro divisorio tra le due strutture abbattuto e le due porte tagliafuoco aggiunte. Tutto, insomma – aggiunge il legale – è stato fatto secondo il rispetto dei rilievi effettuati dai vigili del fuoco, tant’è che ora si può dire che la casa di riposo di via Aosta sia in assoluto la struttura più sicura di tutta la provincia».
I proprietari e gestori della struttura, evidentemente, hanno provveduto a porre rimedio agli adempimenti immediati prescritti dai vigili del fuoco per le questioni di sicurezza. Venuta meno la ragione prima dei sigilli, il magistrato del tribunale di Nuoro ha così disposto il dissequestro, dopo l’ennesima ispezione degli agenti di polizia disposta l’altro ieri dallo stesso pm.
Restano da portare a termine, ora, le prescrizioni a lungo termine, per le quali sono richiesti lavori che impegnano più tempo, sempre sul versante delle opere strutturali. E restano in piedi, soprattutto, le accuse più pesanti a carico della Residenza Familia: dall’esercizio abusivo della professione medica all’uso di medicinali scaduti. I faldoni di testimonianze depositate in procura dagli inquirenti parlano chiaro: lesioni ai danni di un’anziana di 70 anni; presunti maltrattamenti; due donne finite all’ospedale San Francesco completamente disidratate; un suicidio alquanto strano; igiene che lasciava a desiderare; e molto altro ancora. Le morti sospette, insomma, ci sono ancora, anche se il pm Bocciarelli ha disposto il dissequestro della residenza, che resta comunque sotto strettissima osservazione, visto che ospita 37 anziani.
Il caso era esploso a seguito di diverse segnalazioni arrivata alle forze dell’ordine. Dopo una lunga indagine, gli agenti della polizia, insieme ai vigili del fuoco, agli ispettori dell’Asl e a quelli dello Spresal avevano fatto un blitz nella struttura di via Aosta rilevando una serie di irregolarità. Dopo le perquisizioni e il sequestro di cartelle cliniche e documenti, gli investigatori avevano anche interrogato numerosi dipendenti della stessa struttura.