Aree deindustrializzate, ora va inserita Siniscola
Il passaggio necessario per ottenere i finanziamenti per l’avvio dei cantieri verdi Mattana: «La città ha requisiti sufficienti per essere aggiunta nel piano di aiuti»
SINISCOLA. L’inserimento di Siniscola all’interno delle aree deindustrializzate, passaggio necessario per ottenere i finanziamenti che diano immediato avvio ai cantieri verdi, potrebbe avvenire a breve. Ne dà notizia il sindacalista della Cgil Jose Mattana dopo aver, nella mattinata di ieri, contattato i funzionari dell’assessorato regionale al Bilancio. «Non abbiamo riscontri sui tempi di esecuzione – dichiara Mattana – ma la cosa, se andasse a buon fine, potrebbe rappresentare una buona notizia per la cittadina baroniese».
La situazione degli ex lavoratori Legler è al centro di una serie di incontri tra le parti sindacali e gli stessi operai di Siniscola, Macomer e Ottana. Nell'incontro di mercoledì svoltosi nel centro baroniese Mattana ha fatto il punto della situazione, soffermandosi maggiormente sulle due misure di politiche attive, la Flexicurity e il Welfere to work, che se da un lato aprono qualche spiraglio per la rioccupazione dei lavoratori, non sono sufficienti a coprire il fabbisogno occupazionale, visto anche il necessario interessamento di aziende private a richiederne l’utilizzo. Mentre la delibera che individua le aree deindustrializzate, requisito per accedere ai cantieri verdi, risalente al 2010, fu pensata per i comuni del Sulcis ai quali poi furono aggiunti altri paesi come Macomer, Ottana, Noragugume, Borore, Orani e Sarule.
Seguendo questo criterio, per il sindacalista della Cgil, si rischia di tagliare fuori parte del Marghine, della Planargia e della Baronia. «Siniscola – dice Mattana – presenta motivazioni sufficienti per poter essere inserita nel piano di aiuti, si pensi alla situazione delle cave, del settore tessile e di altre aziende che ha chiuso battenti. Sta di fatto – prosegue il sindacalista – che la questione dei cantieri verdi sta diventando difficoltosa per le tante richieste che giungono da varie parti dell'isola. Nell’accordo sottoscritto lo scorso 7 agosto tra la Presidenza della Ras e le organizzazioni sindacali del nuorese – sottolinea Mattana – è riportato che questi interventi sarebbero stati indirizzati ai paesi con lavoratori fuorisciti dal settore tessile, quindi lo strumento lo deve trovare la Regione, magari ricorrendo ad una leggina di modifica, così come già fatto in occasione del riutilizzo di lavoratori nei cantieri comunali per i quali furono destinati 3 milioni di euro». Per Mattana, che nella serata di ieri ha concluso gli incontri a Macomer e Ottana, non si esclude, una volta sentiti sindaci e i lavoratori interessati alla vertenza, che questa possa essere portata in piazza per una importante mobilitazione nel capoluogo regionale.