La Nuova Sardegna

Nuoro

IL PROGETTO

Sul Redentore tornerà la lapide dimenticata 115 anni fa

Valeria Gianoglio
La statua del Redentore sul monte Ortobene
La statua del Redentore sul monte Ortobene

La scoperta del comitato Ultima spiaggia: "Sistemeremo noi sotto la statua la scritta voluta da Leone XIII"

03 dicembre 2015
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NUORO. Centoquindici anni fa, forse tra l’euforia del grosso dono ricevuto e la grande operazione-statua ancora da ultimare, nessuno lo aveva notato, ma per completare la posa del prezioso Cristo Redentore in cima al monte Ortobene, in realtà, mancava un pezzetto fondamentale. Papa Leone XIII che qualche tempo prima aveva deciso di onorare il giubileo del 1900 con 19 statue sistemate in altrettante regioni, era stato, infatti, piuttosto chiaro: alla base di ogni statua avrebbe dovuto essere sistemata una iscrizione particolare. Incisa su una lapide di bronzo, avrebbe dovuto recitare così: “Iesu Christo deo restitutae per ipsum salutis. Anno MCMI sardi”, a Gesù Cristo Dio che ci ha restituito la salvezza sacrificando se stesso”, seguito dalla firma “Leo P.P. XIII”.

Il fatto è che di questa scritta e della lapide che l’avrebbe dovuta consegnare per sempre ai posteri, il piedistallo che sorregge la statua del Redentore non ne ha mai visto nemmeno una minuscola traccia. Nulla di nulla, nemmeno una sola lettera in più di un secolo di onorata presenza sula montagna più amata dai nuoresi. E il vuoto, la carenza, sarebbe anche stata inghiottita per sempre dalla storia, se non fosse che qualche settimana fa, la pazienza certosina dei componenti del comitato monte Ortobene-Ultima spiaggia, guidato dal presidente Antonio Costa, scartabellando tra carte, documenti e atti del passato, scoprono con grande sorpresa che quella lapide con scritta annessa voluta da Papa Leone XIII era stata del tutto dimenticata, e per questo motivo nessuno si era preoccupato, neanche con il passare degli anni, di confezionarla e poi collocarla ai piedi del Redentore rispettando in questo modo la volontà della guida della cristianità. Così, i componenti del comitato decidono che è arrivata l’ora di colmare quella lacuna del passato e decidono di pensarci loro, ma dal momento che la questione tocca direttamente la chiesa, prima di tutto chiedono udienza dal vescovo Mosè Marcia e gli spiegano la loro scoperta.

Monsignor Marcìa, sorpreso anche lui, accoglie molto volentieri la proposta di lanciare l’operazione-lapide. E ai componenti del comitato dice che sarebbe bello se si riuscisse a sistemare quel prezioso tassello consegnato dalla storia il 29 agosto dell’anno prossimo, nel giorno della festa del Redentore. Il comitato, ovviamente, non si tira indietro, ma anzi comincia a progettare tutto.

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