Ottana, il ricavato degli agnelli donato alla Caritas
Gesto di generosità dei pastori con “Sa paradura” di Natale Il parroco: «Un segnale e un esempio di carità cristiana»
OTTANA. Anche stavolta i pastori di Ottana non si sono tirati indietro. Così, alla vigilia di Natale, hanno risposto per la seconda volta sì all’invito del parroco, don Sebastiano Corrias, di donare alla Caritas parrocchiale il ricavato della vendita degli agnelli, delle pecore e dei porcetti messi sul mercato per il periodo natalizio. La prima volta che i pastori risposero presente all’invito del parroco era la vigilia di Pasqua dell’anno che sta per finire.
Ora il rito del dono per i più poveri si è ripetuto a Natale. All’appello hanno risposto una quarantina di pastori che hanno dato vita a una sorta di “paradura” in formato presepe. Stavolta, però, pecore e agnelli non sono stati donati, come prevede “sa paradura”, per riparare il danno subito da un pastore colpito dalle avversità, ma per riempire, con il ricavato della vendita delle carni, la dispensa vuota della Caritas parrocchiale. Babbo Natale sotto forma del buon pastore in viaggio verso la capanna di Betlemme. Dove Betlemme è l’antica e austera cattedrale di San Nicola, la chiesa parrocchiale di Ottana. La vendita diretta della carne a chilometro zero ha fruttato un bel gruzzoletto. Che, il giorno dopo, è stato consegnato al parroco. Che, a sua volta, ha fatto il giro dei negozi alimentari del paese per comprare pasta, olio, fagioli, latte, pane, riso, pomodori pelati, scatolame e quant’altro è necessario per dare da mangiare alle famiglie dei più poveri. E dare loro un messaggio di speranza. La dispensa parrocchiale si è riempita in un baleno. Don Sebastiano Corrias, orgolese purosangue, figlio di pastore pure lui e di una piccola commerciante, ha così potuto consegnare alle famiglie i generi di prima necessità. E anche qualche dolcetto per i bimbi. La distribuzione del cestino viveri, cominciata alla vigilia di Natale, andrà avanti fino ad esaurimento scorte. Per poi ricominciare con un’altra “paradura”. Pasqua, in fondo, non è poi così lontana. Nel 2016 la festività della Resurrezione ricorre il 27 marzo. Un’altra occasione per i pastori di Ottana per mettere in campo tutta la loro generosità. Quella vera. Che porta a privarti del tuo per donarlo agli altri. «In questi tempi difficili di nuove povertà e sofferenze – dice il parroco – è quanto mai necessaria la generosità. Parlare del cuore dei pastori significa parlare delle nostre stesse radici. Li ringrazio davvero di cuore». Un segnale, quello dei pastori ottanesi, di autentica carità cristiana e di solidarietà umana.