La Nuova Sardegna

Nuoro

Verso San Francesco, la festa più amata

di Gianluca Corsi
Verso San Francesco, la festa più amata

Tutto pronto per la notte tra il 30 aprile e il primo maggio quando i pellegrini raggiungeranno il santuario alle porte di Lula

21 aprile 2016
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NUORO. Sei di Nuoro se... ad aprile di ogni anno non ti sorprende leggere la sigla SF, scritta col gesso bianco, sugli usci delle case. Eppure proprio quella sigla – che a ogni vero nuorese evoca un ricordo, un profumo o una sensazione legata a Santu Frantziscu – quest'anno ha dato anche l'ispirazione a qualche buontempone, che l'arguzia nugoresa ce l'ha nel sangue: «Dopo quarant'anni ho finalmente capito cosa significa SF...». Ogni riferimento alle iniziali del nome del nuovo priore, Stefano Flamini, fresco di nomina da parte del vescovo su proposta del “Comitato San Francesco d’Assisi presso il Santuario di Lula”, costituito il 15 giugno 2015, non è propriamente casuale. Ma tant'è.

San Francesco si rinnova, eppure lo spirito autentico di una delle manifestazioni di fede più autentiche e suggestive della Sardegna (chiamarla festa la banalizza), che scandisce la vita di Nuoro e del suo cuore antico di Santu Predu con i due appuntamenti di ottobre e maggio, resiste a ogni tempo.

Lo sa bene il priore uscente, Bachisio Porcu, che – dopo aver gestito il “primo tempo”, con il pellegrinaggio del 4 ottobre – si appresta ad accogliere pellegrini e devoti in occasione del grande e sentito pellegrinaggio di 32 chilometri, la notte tra il 30 aprile e il primo maggio, con partenza dalla chiesa di Nostra Signora del Rosario. A lui l'arduo ma esaltante compito di accogliere e rifocillare le centinaia di pellegrini esausti con un piatto di sontuoso filindeu bollente, accompagnare i fedeli durante tutta la novena (con messe quotidiane al mattino e al pomeriggio), fino all'arrivo dei nuovi priori, l'8 maggio.

Poi il 9 avverrà lo scambio delle consegne tra vecchio e nuovo priore e, il giorno successivo, dopo la messa di saluto, partiranno tutti insieme alla volta di “S'Arbore”. È questo uno dei momenti più caratteristici, con l'incontro fra i novenanti e la popolazione di Nuoro e dei paesi vicini che vanno incontro al simulacro del Santo, nell'agro di Marreri, dove – all'ombra delle querce – viene organizzato un banchetto.

A sera il nuovo priore, insieme al cappellano, a un amico che porta la piccola statua del Santo e ad altri cavalieri, fa il suo ingresso a Nuoro per la strada che porta alla chiesetta di Nostra Signora della Solitudine, entrano nei vicoli di Santu Predu e girano per tre volte intorno alla chiesa del Rosario. Il corteo si scioglie a casa del priore, che custodirà lo stendardo fino al maggio successivo.

Da quel momento sarà lui, Stefano Flamini, a portare l'onore e l'onere di un momento di fede che – fin dal primo solitario pellegrinaggio di Francesco Tolu, costretto all'auto-esilio e alla latitanza per un’ingiusta accusa di omicidio – lega indissolubilmente Santu Frantziscu a Nuoro e ai nuoresi. Come quelle iniziali SF, scritte col gesso bianco sugli usci delle case, ad aprile, ed evocano la memoria di un'intera comunità.

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