La Nuova Sardegna

Nuoro

TRIBUNALE

Cane ucciso a Irgoli, scontro in aula

Cane ucciso a Irgoli, scontro in aula

NUORO. «Siamo pronti a risarcire il danno e abbiamo anche un programma di messa alla prova che è stato confezionato con gli assistenti sociali. L’imputato potrebbe lavorare per un paio di ore alla...

25 giugno 2016
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NUORO. «Siamo pronti a risarcire il danno e abbiamo anche un programma di messa alla prova che è stato confezionato con gli assistenti sociali. L’imputato potrebbe lavorare per un paio di ore alla settimana per conto del Comune di Loculi. Si occuperà della manutenzione del verde urbano». L’avvocato Gianfranco Careddu, difensore dell’allevatore di Irgoli, Giuseppe Piredda – finito a giudizio per aver trascinato con una corda e ucciso un cane che disturbava le sue pecore – all’avvio dell’udienza, getta sul piatto tutte le sue carte.

«Piredda propone 500 euro di contributo, come risarcimento del danno – precisa il legale – abbiamo contattato la Croce blu di Nuoro, che si occupa degli animali, quei soldi li daremo a loro. Si tratta di 500 euro, certo, ma per Piredda sono una cifra significativa visto che non ha un lavoro suo ma aiuta la moglie nella sua azienda. Per lui, 500 euro sono uno sforzo notevole».

La difesa getta le sue carte, dunque, ma si deve scontrare con un fronte contrapposto piuttosto agguerrito costituito da tre associazioni che tutelano i diritti degli animali: l’Enpa, la Lav, e la Lega per la difesa del cane. «Ci opponiamo con forza alla possibilità che l’imputato possa accedere all’istituto della messa alla prova. La proposta che fa è risibile e non è attinente con il reato e la sua gravità», spiegano in sostanza, e ciascuno nel suo intervento, i tre avvocati delle associazioni che si sono costituite parte civile: Claudia Ricci per l’Enpa, Cinzia Tirozzi per la Lav, e Michele Pezoni per la Lega per la difesa del cane. Anche la Procura, ieri mattina, ha dato un parere contrario alla possibilità che l’imputato possa estinguere la sua pena con “la messa alla prova”.

«Porti qui in aula un programma di messa alla prova più impegnativo, avvocato – ha spiegato il giudice Daniela Russo – e poi porti anche il suo assistito qui in udienza. Lo voglio vedere e ci voglio parlare». L’udienza è stata rinviata al mese di ottobre. (v.g.)

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