La Nuova Sardegna

Nuoro

Piano di rilancio del Nuorese, Confindustria: «Soddisfatti, ma...»

Piano di rilancio del Nuorese, Confindustria: «Soddisfatti, ma...»

Il presidente Bornioli ha riconosciuto l’importanza della firma ma sottolineato alcune criticità «Fondamentale passare subito ai fatti, ma la fiscalità di vantaggio è un problema da affrontare»

20 luglio 2016
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NUORO. Finalmente la firma è arrivata. Il Piano per il rilancio del Nuorese è una realtà. Dopo una lunga gestazione e qualche preoccupazione, visto che i ritardi della burocrazia si ripercuotono automaticamente sull’economia reale e un territorio in ginocchio non può più sopportare altre attese, visto che la crisi che sta affrontando è pesantissima.

«Ma ci sono almeno cinque buone ragioni per essere soddisfatti di questo Piano – ha spiegato Roberto Bornioli, presidente della Confindustria della Sardegna centrale, uno dei più critici e battaglieri quando la situazione si stava trascinando stancamente e sembrava senza via d’uscita ma ora moderatamente ottimista –. Chiaramente ci sono delle criticità da risolvere, ma la svolta è stata importante visto che dopo un anno e mezzo dalla prima visita del presidente Pigliaru a Nuoro c’erano molte perplessità. E invece Regione e partenariato istituzionale, economico e sociale hanno finalmente sottoscritto l’accordo quadro. E ritengo che sia una vittoria del territorio».

E Bornioli ha spiegato i motivi della soddisfazione, sintetizzando quelli che a suo parere sono i cinque punti fondamentali «È stato sottoscritto un Piano che abbiamo fortemente voluto e sollecitato – ha sottolineato il presidente di Confindustria – Fondamentale la presenza del presidente Pigliaru, che ha così mostrato attenzione verso il nostro territorio. La Regione ha riconosciuto la terribile crisi che sta attanagliando il Nuorese e per questo ha stanziato risorse straordinarie. Ora potranno essere finanziati importanti progetti relativi al comparto del marmo di Orosei, reti agroalimentari, banda larga e infrastrutturali come lo svincolo di Pratosardo, il porto della Caletta, il Parco di Tepilora, il Distretto culturale e l’Università. Inoltre – ha aggiunto Bornioli – il presidente Pigliaru ha annunciato concreti interventi per le aree interne: un’apertura importantissima, una vera e propria svolta che è perfettamente in linea con quanto Confindustria sta sostenendo da anni».

A marzo 2013, la Confindustria nuorese aveva inviato alla Regione il progetto per la Sardegna centrale ideato per rilanciare il territorio e basato su sei assi portanti: infrastrutture, valorizzazione dell’ambiente a fini turistici e produttivi, industria culturale, università, agroalimentare e manifatturiero. «Gli assi portanti del Piano di rilancio – ha sottolineato Bornioli –. Ora bisognerà passare ai fatti con urgenza, ma il presidente è sembrato assolutamente determinato a portare avanti le politiche per il rilancio delle zone interne. E per questo motivo abbiamo già inviato a Pigliaru un documento nel quale sono indicate, in un’ottica costruttiva, una serie di criticità che dovranno essere risolte per non compromettere la realizzazione del Piano. E, soprattutto, evitare gli errori del passato. Il presidente ha promesso di tornare a Nuoro il primo agosto per discutere con il territorio i temi che non è stato possibile affrontare al momento della firma del Piano. Nel documento abbiamo segnalato che l’accordo stanzia solo 55 milioni di euro di nuove risorse, non certo sufficienti per invertire la rotta e quindi occorre reperire nuovi fondi. La tempistica: troppi 18 mesi per firmare il Piano, c’é il rischio che anche i tempi di attuazione si prolunghino, mentre le risorse devono arrivare subito. Ripristinare la premialità per i progetti. Il gruppo di valutazione indicato per esaminare i progetti – ha aggiunto Bornioli – pare avere poteri eccessivi e viene esautoto il territorio che ha selezionato le iniziative attribuendo i punteggi. E infine l’accordo – ha concluso il presidente della Confindustria nuorese – non contiene misure sulla fiscalità di vantaggio, indicata come priorità da 11 associazioni di categoria del territorio, limitandosi a istituire un Osservatorio per approfondire il tema. Non basta».

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