La Nuova Sardegna

Nuoro

I cavalieri del Redentore: «Disertiamo il corteo»

di Valeria Gianoglio
I cavalieri del Redentore: «Disertiamo il corteo»

«Ci stanno costringendo a stare in un cantuccio del percorso, e non ci stiamo» «Quest’anno ci rifiutiamo di sfilare e invitiamo quelli dei paesi a fare altrettanto»

03 agosto 2016
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NUORO. Prima un breve giro di telefonate, poi la rabbia che corre attraverso i potenti mezzi offerti dai social network, infine la decisione che arriva come una bomba a poche settimane dall’avvio della sfilata del Redentore edizione 2016: «Non siamo più disposti a essere relegati ai margini della manifestazione: quest'anno perciò ci rifiuteremo di sfilare e invitiamo tutti i cavalieri del circondario a fare altrettanto». Dopo le lamentele iniziali dai toni ancora decisamente contenuti, con il passare delle ore il malumore dei nuoresi che vogliono partecipare alla sfilata di domenica 28 agosto in sella al loro cavallo esplode con tutta la sua forza dirompente. E, stando almeno agli ultimi propositi emersi anche via Facebook, potrebbe davvero sfociare in una forma di protesta mai vista, all’interno dei confini della sagra del Redentore.

Stanchi di essere relegati in un percorso sempre più breve, e sempre – così dicono – meno “prestigioso”, i cavalieri nuoresi quest’anno sono pronti allo sciopero. Di fronte al nuovo percorso che per loro ha indicato il Comune – un percorso che li taglia fuori dal salotto di Nuoro, il corso Garibaldi, e li dirotta invece in via Manzoni – i cavalieri decidono infatti di “incrociare” idealmente le selle e i loro addobbi preziosi, e di non presentarsi ai nastri di partenza.

È la soluzione finale, dicono, dopo diversi anni di problemi continui con gli organizzatori della sfilata, di questioni di sicurezza che loro non mandano giù perché «la sicurezza si potrebbe tutelare in altro modo», ebbene dopo tutto questo, i cavalieri stavolta hanno deciso di passare dalle lamentele ai fatti. «Siamo i cavalieri della Sagra del Redentore di Nuoro – scrivono – Non più protagonisti di quella che è la nostra festa, così come era un tempo. Ormai da anni siamo infatti costretti in un cantuccio secondario di quel percorso che rievoca l'antico pellegrinaggio del 1901 quando centinaia di fedeli provenienti da tutta la Sardegna giunsero nel capoluogo barbaricino per rendere omaggio alla statua bronzea del Cristo Redentore, realizzata da Vincenzo Jerace. Ebbene, nelle altre città, sarde e della penisola, i cavalieri sono protagonisti rispettati di eventi tradizionali laici e religiosi. In tutte le manifestazioni, da Sant'Efisio alla Cavalcata, i cavalli hanno il posto d'onore che meritano come simboli della protezione divina nei confronti dei pellegrini. In tutte tranne a Nuoro dove, e quasi per gentil concessione, abbiamo a disposizione un tratto minimo della strada percorsa dai figuranti a piedi. Trattati come appestati, vittime del pregiudizio di un comune e di una prefettura che dimostrano di conoscere poco il nostro mondo e non accettano di confrontarsi con noi. Non siamo più disposti a sopportare tutto questo. Quest'anno perciò ci rifiuteremo di sfilare e invitiamo tutti i cavalieri del circondario a fare altrettanto».

Sulla forma di protesta, in realtà, non tutti i cavalieri sono d’accordo: c’è, infatti, che invita gli altri colleghi di sella a manifestare in modo meno deciso, e a tentare la strada del dialogo. «A mio avviso – spiega un’amazzone – l'astensionismo dalla sagra del Redentore è errato e quanto meno deleterio per la tradizione. Stiamo facendo il gioco di chi vuole pian piano esautorare la partecipazione di cavalieri e amazzoni dalla centenaria manifestazione cittadina». Molte adesioni e manifestazioni di solidarietà, poi, arrivano ai cavalieri nuoresi dai paesi del circondario e di mezza Sardegna. La protesta, insomma, monta e cresce di ora in ora.

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