La Nuova Sardegna

Nuoro

Eredità di sangue ad Arzana, i due nipoti uccisi sulle scale con quattro colpi

Gianna Zazzara
Le vittime Andrea e Roberto Caddori e l'assassino Peppino Doa
Le vittime Andrea e Roberto Caddori e l'assassino Peppino Doa

Ricostruita la dinamica del duplice omicidio dei due fratelli Caddori. Dopo la fuga arrestato Peppino Doa di 83 anni: non accettava il fatto che la sorella volesse lasciare tutto a chi si prendeva cura di lei da anni

12 agosto 2016
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ARZANA. È durata meno di dodici ore la fuga di Peppino Doa, l’83enne di Arzana che mercoledì pomeriggio, al termine di una furiosa lite con la sorella, ha ucciso a bruciapelo, con quattro colpi di pistola, i fratelli Andrea e Roberto Caddori, di 43 e 46 anni. E poi è scappato, dileguandosi nei vicoli del paese.

Il fermo. I carabinieri e i poliziotti, intervenuti sul posto, gli hanno dato la caccia in tutta l’Ogliastra. Lo hanno trovato, alle 3 del mattino di ieri, vicino all’ospedale di Lanusei. L’uomo, che soffre di problemi cardiaci, forse voleva chiedere aiuto ai medici. I militari lo hanno riconosciuto e arrestato. Ora è ricoverato in ospedale, nel reparto di cardiologia. Per lui il procuratore della Repubblica di Lanusei, Biagio Mazzei, ha emesso il provvedimento di fermo e ha disposto il piantonamento. Il prossimo passo sarà l’interrogatorio di garanzia, quando le condizioni di salute dell’anziano lo permetteranno. I magistrati fino a ieri erano in attesa dell’autorizzazione da parte del primario del reparto di cardiologia. Si è conclusa così la frenetica caccia all’uomo andata avanti tutto il giorno di mercoledì e poi ancora fino a notte e che ha visto utilizzare anche un elicottero.

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Il duplice omicidio. Secondo quanto ricostruito ieri nel corso di una conferenza stampa dal dirigente pro tempore della Squadra mobile di Nuoro Michele Chessa e dal vicequestore del commissariato di Lanusei Leo Cappetta, che sta conducendo le indagini, il pensionato si è presentato verso le 16 di mercoledì scorso in casa della sorella Maria, 91 anni, da tempo costretta a letto, per cercare alcuni atti notarili di beni familiari. «Non li trovava, ed è successo il finimondo», hanno raccontato agli investigatori Bruna Caddori e Francesca Ferrai, la sorella e la mamma delle vittime, che erano con Maria Doa nella camera da letto del piano superiore della casa quando Peppino è arrivato, furibondo. «Dopo aver minacciato e insultato noi e sua sorella – hanno continuato le testimoni –, ha estratto una pistola e ha sparato tre colpi in aria. Era una furia». Terrorizzata, Bruna Caddori è uscita per chiamare i fratelli che abitano nella casa accanto, sulla stessa strada, in via Brigata Sassari. Andrea e Roberto hanno fatto appena in tempo a varcare la soglia della casa di Maria Doa. In quel momento Peppino Doa stava scendendo dal piano superiore e si è trovato davanti i due fratelli. Non ci ha visto più. Ha puntato l’arma prima contro Andrea, poi contro Roberto e li ha uccisi, a bruciapelo, puntando al collo e al torace.

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Gli spari. Il pensionato ha esploso in tutto quattro colpi, due per Andrea e altri due per Roberto, entrambi sono morti quasi sul colpo. Dopo la mattanza, il vecchio ha chiuso il portone alle sue spalle ed è scappato a piedi, con l’arma in pugno. Alcuni vicini lo hanno visto e hanno subito chiamato la polizia.

L’eredità contesa.Tra Maria e Peppino Doa c’erano vecchie ruggini legate prima alla divisione di alcuni terreni di famiglia e poi, negli ultimi tempi, alla decisione della sorella di lasciare in eredità tutti i suoi beni – una casa e un podere nelle campagne ogliastrine – ai fratelli Caddori (Bruna, Andrea e Roberto), nipoti del marito della donna, che la accudivano da diversi anni. Ma a Peppino non stava bene che la sorella prediligesse quei nipoti acquisiti. Le liti, ormai, erano all’ordine del giorno e sempre più violente. Il vecchio accusava i fratelli Caddori di prendersi cura della sorella solo per convincerla a lasciar loro in eredità tutti i suoi averi. L’altra sera – sempre secondo il racconto delle testimoni – il killer stava cercando nella casa della sorella anche una delega che, nella mente di Peppino, Maria Doa avrebbe fatto in favore dei fratelli Caddori per autorizzarli a ritirare la pensione.

L’autopsia. È prevista per oggi, all’ospedale di Lanusei, l’autopsia sui corpi di Andrea e Roberto Caddori. E sempre oggi proseguirà anche la ricostruzione della vicenda da parte degli investigatori, in attesa degli esiti delle perizie scientifiche e dei rilievi svolti dalla polizia scientifica nella casa teatro del duplice omicidio. I funerali, invece, si svolgeranno domani, nella parrocchia di San Giovanni Battista.

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