La Nuova Sardegna

Nuoro

Arzana, trovato il testamento che avrebbe provocato il duplice delitto dei fratelli Caddori

Il luogo del delitto
Il luogo del delitto

Gli investigatori della squadra mobile di Nuoro hanno recuperato il documento all'interno di un armadio nella casa della tragedia. L'erdedità destinata alla sorella dei due assassinati da Peppuccio Doa

19 agosto 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ARZANA. C'era il testamento. Quel documento che Peppuccio Doa, 83 anni, non era riuscito a trovare dopo aver messo a soqquadro la casa dell'anziana sorella Maria, 91 anni, aver sparato tre colpi di pistola a scopo intimidatorio e per il quale aveva ucciso i fratelli Roberto, 46 anni e Andrea Caddori, 43 anni, era dentro un cassetto di un vecchio armadio della casa del delitto, in via Brigata Sassari.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:nuoro:cronaca:1.13983229:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.13983229:1653446239/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]][[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:nuoro:cronaca:1.13983230:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.13983230:1653446239/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

A trovare il documento, che sarebbe il movente scatenante del duplice omicidio, sono stati gli agenti della squadra mobile di Nuoro nel corso di un'accurata perquisizione che si è svolta ieri mattina. Alcune ore di ricerche minuziose in ogni angolo dell'abitazione del delitto fino alla scoperta. Il testamento olografo che Maria Doa, 91 anni, aveva predisposto nel mese di giugno era all'interno di una busta dentro un vecchio armadio, quasi mischiato ai capi di abbigliamento della vecchia padrona di casa. Il tipico nascondiglio utilizzato un tempo dagli anziani, che occultavano i loro pochi averi tra gli indumenti per evitare che i ladri potessero trovarli. Ci sarebbe la firma di Maria Doa in calce allo scritto con il quale l'anziana vedova confermava di voler lasciare i suoi averi, due piccole proprietà, alla nipote Bruna, la parente che l'aveva sempre accudita e che si era dedicata a lei con particolare attenzione e affetto soprattutto dopo la recente frattura di un femore che l'aveva costretta a letto. E recente, pare che risalga al mese di giugno, sarebbe anche la data in cui è stato stilato il testamento. Quel documento era come un tarlo che stava divorando Peppuccio Doa, distruggendo la fragile serenità dell'anziano imprenditore che non voleva che gli averi della sorella finissero ai nipoti del marito della donna, morto molti anni fa. Non riusciva a sopportare questa decisione, Peppuccio Doa e così il pomeriggio del 10 agosto era piombato a casa della sorella insieme alla moglie. In tasca aveva una pistola, ma nessuno lo sapeva. L'anziano aveva litigato per l'ennesima volta con la sorella e aveva dato in escandescenze quando a casa si era presentata Bruna Caddori.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:nuoro:cronaca:1.13983218:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.13983218:1653446239/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Peppuccio Doa aveva cominciato a rovesciare mobili e rovistare tra i cassetti lanciando tutto per aria. Fino a quando, al culmine dell'esasperazione, non aveva tirato fuori da tasca la pistola ed esploso tre colpi in aria. A quel punto, la nipote spaventata aveva chiesto l'intervento dei fratelli Roberto e Andrea. I due Caddori erano appena riusciti a mettere piede nell'appartamento quando erano stati raggiunti da quattro colpi di pistola, due per ciascuno, al torace e alle braccia. Erano morti poco dopo. Mentre Peppuccio Doa si era dato alla fuga, facendo perdere le sue tracce per alcune ore. Fino a quando non si era presentato nell'ospedale di Lanusei perchè colpito da un malore. Era stato arrestato e nei giorni scorsi è stato trasferito nel carcere di San Daniele.

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative