Urzulei, Dna e privacy il sindaco Arba si mobilita
Il primo cittadino ha inoltrato un reclamo al garante per violazione delle norme Martedì alle 19 assemblea pubblica, si allarga il fronte della protesta in Ogliastra
URZULEI. Sale di tono la protesta in Ogliastra per la cessione del Dna e dei dati personali di oltre 13mila persone nell’ambito della vendita fallimentare della società SharDna alla britannica Tiziana Life Sciences. A Urzulei, il sindaco Ennio Arba, ha convocato per martedì un’assemblea pubblica (ore 19) per discutere il problema. Nel frattempo, Arba si è rivolto al Garante nazionale per la privacy, seguendo l’esempio dell’ex sindaco di Urzulei Giuseppe Mesina, dell’avvocato Tonino Tegas (candidato alla carica di sindaco alle ultime amministrative svoltesi a Talana), e dell’esponente sardista Flavio Cabitza, medico dentista originario di Perdasdefogu. Sia questi ultimi sia Arba non fanno parte delle migliaia di ogliastrini che hanno dato il proprio consenso al prelievo di sangue (per estrarne il Dna), né hanno fornito i propri dati personali e familiari. Nonostante ciò, ritengono di essere entrati a far parte (insieme alle proprie famiglie) della grande banca dati realizzata con l’aiuto delle 10 amministrazioni comunali ogliastrine coinvolte nel progetto. «Fino allo scorso mese – è il testo del reclamo che ciascuno di loro ha inviato al garante – ero del tutto convinto che l’imponente attività di ricerca non avesse coinvolto né me stesso né i miei familiari e quindi che le allarmanti vicende che emergono dalla stampa sulla vendita del codice genetico ogliastrino fossero una brutta storia che però non mi riguardava. Durante un’assemblea pubblica tenutasi presso la biblioteca di Perdasdefogu lo scorso 2 settembre è però emersa una verità del tutto diversa, cioè che nonostante la mia non-conoscenza e in assenza di qualsiasi informazione né tantomeno mia autorizzazione sono stati copiati e inseriti in un apposito database tutti i miei dati personali presenti presso gli archivi del Comune (...) Mi sono reso conto che qualcuno ha in mano l’albero genealogico del sottoscritto e dei miei antenati e che tutto ciò, senza alcuna informazione o autorizzazione, è stato oggetto di vendita all’asta e di acquisto da parte di una società londinese: una chiara violazione del diritto alla protezione dei miei dati e una palese violazione della mia privacy». Al garante viene chiesto perciò «il divieto di trattamento e il blocco immediato del trattamento dei dati personali del sottoscritto e dei suoi familiari nei confronti di tutti i soggetti che ne abbiano la disponibilità».