La Nuova Sardegna

Nuoro

Museo Nivola, la rivoluzione del mausoleo

Museo Nivola, la rivoluzione del mausoleo

NUORO. «Abbiamo trovato un mausoleo, bello quanto si vuole ma accessibile a pochi e staccato dal contesto in cui operava. La nostra rivoluzione è consistita nel renderlo un museo vivo, aperto al...

08 ottobre 2016
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NUORO. «Abbiamo trovato un mausoleo, bello quanto si vuole ma accessibile a pochi e staccato dal contesto in cui operava. La nostra rivoluzione è consistita nel renderlo un museo vivo, aperto al paese che lo ospita e insieme all’arte contemporanea internazionale». Giuliana Altea, la storica dell’arte che da un anno e mezzo presiede la Fondazione Nivola, non le manda a dire quando racconta al “Cultura impresa festival” di Mamoiada l’evoluzione sotto la sua guida del museo alle porte di Orani, trasformato da “mausoleo” in “hub culturale” (hub letteralmente significa punto di snodo). «Il Nivola risentiva in pieno delle criticità di un museo monografico», ha detto Altea. In poche parole, celebrativo verso un artista che al contrario faceva dell’anticonformismo la propria bandiera, scarsamente vissuto dal pubblico regionale e dagli stessi abitanti di Orani; e ancora, privo di un percorso logico sull’opera di Nivola (e persino di didascalie accanto alle opere), inaccessibile a disabili e anziani. Una lunga serie di pecche, ha sottolineato Altea, che ogni costoso ampliamento finanziato con fondi pubblici non ha attenuato, anzi ha accentuato, se possibile. «Si celebrava il Nivola anziano, giustamente nostalgico dell’isola dopo una vita passata a New York, e la sua idea mitologica di Sardegna, dimenticando l’artista aperto al mondo della gioventù, la sua curiosità». Da qui anche l’idea di mostre e residenze di artisti contemporanei. (p.me.)

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