La Nuova Sardegna

Nuoro

Tutta la città prega ai piedi della Madonna delle Grazie

di Stefania Vatieri

Un bagno di folla nel santuario del centro per un rito antico nato due secoli fa Il corteo, dal Comune, è arrivato in chiesa per la consegna dei ceri votivi

22 novembre 2016
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NUORO. La città scioglie il “voto” fatto due secoli fa alla Madonna delle Grazie. Un mare di fedeli e tanta commozione ha accompagnato ieri mattina la tradizionale cerimonia che dal 1812, ogni 21 novembre, rinnova la devozione verso la venerata Madonna delle Grazie. E ieri, come da tradizione, le sono stati offerti i diciannove ceri votivi, tanti quanti erano gli antichi rioni nuoresi, simbolo di grande fede e gratitudine per aver salvato la città da una terribile peste. Un affetto sempre vivo e costante, dimostrato anche nei giorni scorsi dalle presenze record della Novena dedicata alla Beata Vergine — quest'anno sono circa 30mila i devoti che hanno affollato la chiesa di via La Marmora durante i nove giorni dedicati alla Madonna— che ogni volta accoglie numerosi credenti della città e dell'intera provincia barbaricina. L'antico e suggestivo rito si è aperto nel palazzo comunale intorno alle dieci, quando il sindaco Andrea Soddu ha consegnato i ceri votivi ai rappresentanti della Confraternita di Nostra Signora delle Grazie vestiti con l'abito tradizionale nuorese. Poco dopo il corteo, con a capo una rappresentanza della polizia municipale, il sindaco e alcuni componenti della giunta e del consiglio hanno raggiunto la processione religiosa proveniente dalla Cattedrale e presieduta dal vescovo Mosè Marcia, assistito dai canonici. Dalla via Majore il corteo ha marciato insieme fino al santuario delle Grazie, dove alle 11 il vescovo ha concelebrato insieme a tutti i parroci della città la messa solenne con l’accensione delle candele offerte alla Madonna delle Grazie. ""La memoria della fede oggi diviene celebrazione della storia — ha detto il vescovo Mosè Marcia durante l'omelia —. Oggi ricorrono i trentacinque anni dalla dedicazione della chiesa alla beata Vergine, una festa che rappresenta un gesto concreto di venerazione e preghiera per la beata Madre — sottolinea —. Ma siamo qui anche per sciogliere un voto insieme all'amministrazione comunale, quando la città nel 1812 si sentì libera dalla peste spagnola — aggiunge il vescovo di Nuoro —. Anche quest'anno siamo qui per ringraziare il Signore per averci liberato dalla peste, senza renderci conto che ancora oggi siamo colpiti più di prima da una epidemia terrificante : l'egoismo"" scandisce. Poi il momento culminante dell'omelia dove il vescovo ricorda le migliaia di donne uccise e la violenza sui bambini. ""L'egocentrismo, l'individualismo di cui siamo affetti fa sì che vogliamo bene solo a persone e cose che ci gratificano. La vita familiare non è più amore incondizionato ma soddisfazione della persona, che se non è raggiunta porta il nome di femminicidio, di malvagità e violenza sui più piccoli— tuona Mosè Marcia —Nostra Signora delle Grazie oggi più che mai abbiamo bisogno di te, rendi giustizia ai bambini maltrattati e guida le famiglie in difficoltà"". Tra i banchi erano presenti anche le massime autorità civili e militari, reduci da un’altra celebrazione religiosa, la Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei carabinieri.

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