La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro, Comune a caccia di crediti non riscossi

Paolo Merlini
Nuoro, Comune a caccia di crediti non riscossi

In prima fila c’è la Curia vescovile, indebitata per circa 160mila euro tra arretrati Imu e i fondi per i lavori alla Cattedrale

11 dicembre 2016
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NUORO. In prima fila c’è la Curia vescovile: centesimo più, centesimo meno, è in arretrato di circa 160mila euro con il Comune. Segue il network televisivo nazionale, moroso per circa 80mila euro, e a ruota quello regionale, a quota 66mila, e poi ancora la tv locale: hanno le proprie antenne sulla cima del monte Ortobene ma dimenticano di versare nelle casse comunali il canone annuale, che fra l’altro non viene aggiornato da tempo. Lo fanno da anni, ma nel calderone dei morosi ci sono anche l’Asl, il Consorzio Universitario e, ultime non per importanza, le società sportive che gestiscono impianti pubblici: dalle piscine alle palestre.

Lina Denti, assessore al Bilancio della giunta Soddu, traccia una stima approssimativa di quanto questo andazzo influisca in negativo nelle entrate comunali: «Perdiamo circa 500mila euro l’anno». Molti crediti risalgono a diversi anni fa. La Curia, per esempio, deve ancora versare il 10 per cento dell’importo dei lavori di ristrutturazione della Cattedrale: si era impegnata a farlo a fronte del fatto che il Comune finanziava il restante 90% di un cantiere costato all’epoca due miliardi e mezzo di lire. Ma la diocesi nuorese è in arretrato anche con l’Imu, per circa 45mila euro.

Sino a qualche anno fa nessuno pagava, ma da un po’ di mesi la musica è cambiata. Nessun intento vessatorio in stile Equitalia da parte del Comune (che fra l’altro ha rinunciato da tempo alla collaborazione dell’istituto che non fa dormire molti italiani), ma una maggiore determinazione nell’ottenere il dovuto dai tanti debitori. È per questo che uno dei primi atti dell’amministrazione Soddu è stato istituire stabilmente la figura dell’ufficiale di riscossione. Una figura già utilizzata in passato dalle giunte Zidda e Bianchi, ma a titolo temporaneo, per brevi periodi e dunque con un’efficacia direttamente proporzionale. Minima, cioè. A meno di un anno dal suo insediamento, l’ufficiale di riscossione ha già concordato un centinaio di “piani di rientro” con chi doveva cifre importanti. «Nessun atteggiamento vessatorio – dice Lina Denti –, anzi rateizzazioni che vanno incontro al debitore, ma determinazione nel perseguire l’obiettivo». Non c’è infatti aggio di riscossione, ma si fa capire a chi utilizza (e spesso trae vantaggio economico da beni della collettività) che pagare il canone o il tributo è un preciso dovere.

Ma perché prima non accadeva? Quanti soldi ha perso il Comune di Nuoro e quali crediti non potrà più esigere perché prescritti? Accadeva semplicemente che, mettiamo, alla società sportiva indietro nei pagamenti per l’utilizzo di una determinata struttura veniva mandato un sollecito, ma poi nessuno andava a verificare che il pagamento avvenisse realmente; oppure, che la stessa società sportiva dichiarasse che aveva appena effettuato migliorie e le detraesse direttamente dal canone: il problema è che nessuno andava a verificare se quelle migliorie erano state eseguite, e in che modo.

Dal 2013 l’amministrazione comunale ha avviato una ricognizione del proprio patrimonio. L’obiettivo è fare cassa con i beni inutilizzati. Un modo è la vendita all’asta di numerosi immobili, l’altro è avere l’esatta contezza di quelli dati in affitto o concessione. E magari rivedere al rialzo, almeno un po’, certi canoni d’affitto: nei 224 alloggi di edilizia residenziale pubblica, per esempio, si paga un affitto che va dagli 8 ai 2000 euro: all’anno. Poi ci sono le case dei custodi (di palestre, scuole, etc): anche se non servono più a niente, sono considerati beni personali da chi le abitava (anche da qualche ex assessore, a sentire i bene informati). L’amministrazione Soddu le sta utilizzando per l’emergenza abitativa delle famiglie più disagiate: un ulteriore risparmio, perché prima andavano in albergo a spese pubbliche.

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