La Nuova Sardegna

Nuoro

Il Csm di Sorgono rischia la chiusura I Comuni in rivolta

di Giovanni Melis
Il Csm di Sorgono rischia la chiusura I Comuni in rivolta

Il sindaco di Ovodda: «Pazienti psichici abbandonati» Il collega di Atzara: «Rivendichiamo un nostro diritto»

20 dicembre 2016
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SORGONO. «Il Csm di Sorgono vive nel precariato, grazie alla Asl di Nuoro che non si decide a potenziare il servizio. Da sei mesi infatti c’è un solo psichiatra nel distretto, che per un periodo è stato assente per motivi personali. La Asl ha pensato bene di ricorrere ai rattoppi, ma un territorio non può essere trattato in questa maniera» . Va giù duro il sindaco di Ovodda Cristina Sedda che denuncia la drammatica situazione in cui si trova il Csm di Sorgono. Una utenza di circa ventimila abitanti in un territorio vasto e poco collegato; con circa 800 pazienti psichici seguiti e relative famiglie. L’unico psichiatra presente ha un carico di lavoro inumano. E da anni la Asl non fa contratti a tempo indeterminato; chi lo ottiene viene poi richiamato a Nuoro.Il Serd è stato chiuso e l’utenza dovrebbe far riferimento a Nuoro. Ma molti, con disturbi alimentari, tossicodipendenza e ludopatia non si recano nel capoluogo, rimanendo prigionieri della devianza, con risultati personali e sociali devastanti. «Quello di Sorgono – aggiunge Sedda – è l’unico centro di salute mentale che non ha una assistente sociale. La disabilità psichica viene sottovalutata. Attualmente, secondo gli standard ministeriali basterebbe uno psichiatra ogni 10mila persone circa. Nel territorio però ce ne sono il doppio». Attualmente, secondo il sindaco di Ovodda, sono anche a rischio servizi sia psichiatrici che quelli riabilitativi. «Regione e Asl – conclude il primo cittadino – si rimpallano le responsabilità senza arrivare al momento a nessuna soluzione. Urge l’immediata riapertura del Serd e l’arrivo del secondo psichiatra a tempo pieno che prenda in mano la situazione, oltre che la immediata nomina di una assistente sociale».

Sulla questione interviene anche il sindaco di Atzara Alessandro Corona che rileva come «continuano i tagli orizzontali e verticali della Asl, il tutto naturalmente a danno della Barbagia Mandrolisai. Dopo lo smantellamento dell’ospedale di Sorgono, la riduzione all’osso del laboratorio analisi si procede allo spolpamento del distretto». Corona propone «una mobilitazione generale del territorio per rivendicare non tanto il diritto a resistere, ma quello di esistere che viene negato con la privazione dei servizi essenziali».

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