Gesto vandalico nel sito archeologico di Madau a Fonni
Il sindaco Daniela Falconi ha denunciato un furto di pietre «Ladri di passato e di futuro riportino i reperti al loro posto»
FONNI. Reperti patrimonio di tutti, lasciati all’aperto perché nel sito di Madau rappresentano la testimonianza di un mondo che fu. Ma evidentemente a qualcuno devono aver fatto gola. Perché nei giorni scorsi li ha razziati e destinati altrove. Un colpo “sacrilego” che ha indignato non poco tutta la cittadinanza. “Ladri di passato e di futuro”. Così li ha definiti Daniela Falconi, sindaco di Fonni in un duro post su facebook di denuncia che ha reso pubblica la sparizione di alcuni preziose pietre storiche. La scoperta è stata fatta da alcuni turisti che frequentano l’area.
Hanno notato l’assenza di alcuni degli storici oggetti presenti nel villaggio e lo hanno segnalato immediatamente al primo cittadino. Che ieri stesso ha segnalato il fatto alla Soprintendenza dei beni culturali. Che nei prossimi giorni eseguirà un sopralluogo. Il sindaco ha preannunciato anche una denuncia del fatto alla Procura della Repubblica.
«Ci saranno delle indagini – aggiunge il primo cittadino – come è giusto che sia. Ma quello che creai inquietudine è il domandarsi il perché di questi gesti. Mi domando quale sia il motivo di entrare in un luogo pubblico, patrimonio di tutti, dove ogni pietra racconta qualcosa. Si tratta di un patrimonio inestimabile non solo in termini di denaro ma soprattutto i conoscenza. Vorrei davvero capire il motivo che ha spinto qualcuno a strappare un pezzo di storia alla collettività». Il villaggio di Madau, rappresenta un unicum nel suo genere, oltre ad essere uno dei maggiori villaggi collocati all’interno della Sardegna. Ogni anno l’amministrazione lo valorizza con giornate dedicate ed è molto visitato in estate, sia da singoli turisti che da comitive organizzate. A qualcuno però quei pezzi di storia dovevano interessare e parecchio. Perché entrando a Madau hanno rischiato di essere visti e magari individuati da qualche passante. Una prova di ardimento che però può costare molto cara, in termini di immagine e soprattutto penali. Rimane il fatto, pesante, di un gesto perpetrato a danno della comunità fonnese che reagisce con sdegno. Così come ha fatto il suo sindaco che non può che constatare la gravità del problema. «Possiamo mettere tutte le telecamere del mondo – aggiunge il sindaco – sbarrare gli ingressi, presidiare i luoghi e distogliere risorse dai bilanci comunali per prevenire furti come questi. Ma la legalità, il senso civico, il rispetto della storia, per il passato e per il futuro, sono cose che non si comprano. Sono cose che dovrebbero assorbirsi nella vita». Il sindaco confida in un ritorno dei reperti al più presto nella loro sede. «Mi auguro che qualcuno – conclude Daniela Falconi – trovi un piccolo barlume nella coscienza e riporti i reperti al loro posto. Sarebbe un grande gesto».
L’episodio è stato duramente condannato da tutta la società civile fonnese. Dell’argomento si tratterà nel prossimo consiglio comunale.