La Nuova Sardegna

NUORO. Muore un pezzo di poesia. Si è spento ieri mattina all’età di 88 anni Giovanni Antonio Carta, grande artista sardo che con la sua voce ha dato valore alla tradizione della poesia estemporanea. “Juannantoni” era l’unico poeta nell’isola con alle spalle la più lunga carriera da improvvisatore. Nato nel 1928 a Illorai, piccolo paese incastonato nei monti del Goceano, e trasferitosi poi a Nuoro, ha imparato a cantare da ragazzino provando insieme agli amici durante le “garas de poesia”. Il suo esordio ufficiale avvenne nel 1946 a Bonarcado, quando durante la festa di Nostra Signora di Bonacatu provò a cantare. Fu un esordio di fuoco perché quel giorno erano presenti alcuni tra i più grandi cantori di poesia estemporanea dell’isola, come Piras e Tucone. Testo e musica danno vita a un connubio indissolubile, alla poesia orale, che in Sardegna si dice cantare a bolu, l’azione cioè di cantare improvvisando. Da lì iniziò di una lunga e fiorente carriera da poeta di Giovanni Antonio Carta, apprezzato e conosciuto in ogni angolo della Sardegna, che oggi piange la sua scomparsa. «La poesia è un dono di natura – aveva detto – molti hanno la passione ma non potranno mai diventare veri improvvisatori perché non hanno il dono. Io ormai sono sulla via del tramonto, ma mi auguro per il futuro che si organizzino sempre più “garas” anche nei paesi dove le stanno abbandonando, così se tra i giovani c’è qualche talento avrà modo di emergere e portare avanti questa antica tradizione». È con queste parole vogliamo ricordare, “Juannantoni Carta”, grande maestro della poesia estemporanea sarda. Il suo funerale sarà celebrato oggi alle ore 15.30 nella chiesa di San Giuseppe a Nuoro. (s.v.)