La Nuova Sardegna

Nuoro

Il fuoco di Sant’Antonio all’insegna dei diciottenni

di Giovanni Maria Sedda

Gavoi, grande festa nella piazza centrale del paese con «sa leva nova» Corteo religioso attorno al falò. Ora si pensa già al prossimo Carnevale

18 gennaio 2017
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GAVOI. Il cumulo di legna per l’accensione di “su ohu de Sant’Antoni” nella piazza centrale del paese intitolata proprio a Sant’Antonio, è stato realizzato dagli “Antonio” del paese, promotori dell’evento, già dalla sera di domenica scorsa. Così il monumento circolare, molto simile a “Su pinnettu”, era già pronto per la serata del lunedì sera in cui si accende il falò per onorare il Santo del fuoco. Anni fa i roghi per onorare Sant’Antonio venivano accesi in vari rioni dell’abitato. Da alcuni anni, però, gli “Antonio” gavoesi hanno scelto la piazza a lui dedicata perché molto accogliente e sopraelevata su un suggestivo paesaggio di case e campagne.

Il fuoco è stato acceso lunedì, come vuole la tradizione, verso le ore 17, contornato, stavolta, da neve e gelo per la nevicata del giorno precedente. Alcuni grumi nevosi erano presenti anche nel cumulo della legna accatastata per l’occasione. Dopo l’accensione del falò nel tardo pomeriggio gli organizzatori e le prime persone presenti hanno aspettato la processione, “s’inghirieddu”, che è arrivata, dopo la messa, alle ore 18,30, preceduta dalle fiaccole davanti al simulacro e al parroco celebrante, don Gianfranco Nieddu. Il lungo corteo, dopo le preghiere di rito e la benedizione del rogo, ha effettuato i tre giri augurali, in senso antiorario, attorno alle fiamme già alte. Così come è tradizione a Gavoi, i tre giri vengono effettuati nel corso dell’intera serata anche da tutti i partecipanti alla festa degli “Antonio” che è proseguita fino a notte inoltrata.

Oltre al comitato organizzatore hanno preso parte ai festeggiamenti anche i giovani diciottenni, che hanno inaugurato “sa leva nova”, offrendo a tutti, assieme agli organizzatori, il vino novello e i dolci tipici del paese, compresi quelli dell’imminente Carnevale. La festa, molto affollata, è proseguita fino allo spegnimento delle fiamme. Ma quando il rogo si è trasformato in braciere molti fedeli hanno raccolto un po’ di cenere benedetta come reliquia de “su ohu”. Ma verso le quattro del mattino è arrivata la neve abbondante che ha coperto le ultime brace e la cenere, accumulandosi nella piazza, ormai deserta, e nell’abitato, raggiungendo nella mattinata successiva circa cinquanta centimetri di spessore.

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