La Nuova Sardegna

Nuoro

Lo scontro politico a Siniscola diventa veleno sui social network 

di Sergio Secci
Lo scontro politico a Siniscola diventa veleno sui social network 

Botta e risposta con minaccia di querela reciproca tra il Psi e l’assessore comunale Fadda «L’esponente di giunta deve avere più compostezza». «La minoranza vive di cultura del sospetto»

11 giugno 2017
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SINISCOLA. Si infiamma sui social network il dibattito politico a Siniscola dove quotidianamente si registrano interventi legati a diverse ideologie politiche che spesso trascendono da quelle che sono le regole di dialettica e di reciproca correttezza. A condannare questo comportamento, arrivano due note, una del Partito socialista che esprime indignazione e prende le difese del capogruppo di minoranza Antonio Bidoni e un’altra della maggioranza che evidenzia il comportamento scorretto di troppi internauti.

«Bidoni fa ricorso ai social in modo legittimo per informare e risolvere i problemi oggettivi della comunità. Si invita quindi l’assessore Paola Fadda che nei giorni scorsi aveva interloquito con il consigliere di minoranza sui social a rassegnare le dimissioni dall’incarico che ricopre nella giunta Farris (delegata al commercio, artigianato, industria, sport, spettacolo e cultura) e in futuro, a riflettere e acquisire maggiore consapevolezza e compostezza». Si stanno travalicando i limiti del codice penale anche per la maggioranza, «quello che sta accadendo si chiama diffamazione su social network – dicono – un metodo di contestazione in cui basta una tastiera, uno schermo e tanta fantasia purché il fine sia quello di mandare a casa un governo democraticamente eletto a un anno dalle elezioni. I bandi sui parcheggi, selezioni alla ricerca di personale sono oggetto di contestazione con elaborati fantasiosi che lasciano capire che ci sia del marcio, traffici poco chiari e corruzione dilagante. Spesso le dichiarazioni arrivano da mai richiesti tutori della pubblica moralità e assumono la caratteristica un tormentone con il fantomatico soggetto da inquisire che diventa il figlioccio del sindaco, il figlio di un dipendente comunale o il cugino dell’assessore, che li vedrebbe già vincitori di concorsi. La cultura del sospetto blocca il lavoro dei dipendenti – sostiene la maggioranza – non si può tutte le volte davanti a un iniziativa della giunta, boicottarne il lavoro, annullando sforzi per la rinascita del territorio. Ci auguriamo che dietro a ciò – continua la nota – non ci sia un chiaro disegno politico impegnato a mandare a monte i sacrifici per risollevare le sorti di questo paese. Ci dispiace che si danneggi l’immagine già asfittica di una città in possibile rinascita. L’opposizione anziché distinguersi per posizioni di alta politica si occupa di fatti gestionali senza conoscerne l’impianto giuridico. Sulle recenti accuse, sottolineiamo poi che i 30 posti di lavoro di Posada non sono che cittadini impiegati dal servizio civico. Anche noi sul territorio abbiamo quelli del servizio civile, civico, i neo assunti per i parcheggi sul centro urbano e quelli a breve per i parcheggi sul litorale. Il 19 giugno, infine, partirà la linea 1 che darà lavoro a 34 persone».

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