La Nuova Sardegna

Nuoro

Appello dell’Avis: «Servono sempre più donazioni di sangue»

di Alessandro Mele

Il presidente della sezione provinciale Mario Trazzi: «Oltre 7mila sacche raccolte, ma possiamo fare meglio»

11 settembre 2017
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NUORO. «Un punto fondamentale di questo triennio che ci aspetta sarà quello della formazione con percorsi dedicati soprattutto ai giovani da svolgersi nelle scuole della provincia. Una formazione che non sarà mirata esclusivamente alla sensibilizzazione dei ragazzi con lo scopo di avere futuri donatori, ma ad avere ragazzi più sani e consapevoli». Mario Trazzi, presidente dell’Avis provinciale, guarda al futuro. E delinea la situazione attuale. Venticinque sedi comunali che contano 3.339 soci capaci di raccogliere nell’ultimo anno 4.867 donazioni – due terzi del totale in provincia di Nuoro, che ammonta a 7.283.

Numeri questi dell’Avis provinciale di Nuoro, che di anno in anno si fanno sempre più preoccupanti data la perdita percentuale che ogni anno è possibile registrare e non è una questione di precisi gruppi sanguigni. Infatti, che si tratti di gruppo A, B, AB o 0 la perdita riscontrata risulta essere a tutto tondo.

Nel 2016 i donatori italiani sono stati un milione e 688 mila, quarantamila in meno rispetto all’anno precedente, questo dato dà l’esatta misura di come mentre il sistema nazionale sembra reggersi appeso a un filo, a livello locale la situazione è ben diversa dato che alcune regioni non risultano autosufficienti. Mentre il nord Italia sembra avere donatori più generosi, la Sardegna rischia di riscontrare ritardi sulle terapie trasfusionali.

«Se potete andate a donare, abbiamo assolutamente bisogno di voi», questo è solo uno dei tanti slogan che Avis ha lanciato durante l’anno per sensibilizzare soprattutto i più giovani al dovere morale della donazione ma i risultati sperati tra le fasce di età più basse, soprattutto, non sono stati raggiunti. Su scala nazionale il numero di pazienti che hanno bisogno di trasfusioni in un anno si è innalzato del 3,7% il che significa che in totale i bisognosi di sangue ammontano a 660 mila persone. In Sardegna pronto soccorsi e policlinici funzionano ma non sono autosufficienti dal momento che patologie territoriali come la talassemia richiedono un grande quantitativo di sangue (le emoglobinopatie e le talassemie assorbono oltre il 10% del sangue donato). Sul territorio isolano si riscontrano delle carenze importanti che rischiano di far saltare anche le cure trasfusionali già programmate, una delle maggiori cause è senza dubbio l’invecchiamento della popolazione dei donatori: il 71% di coloro che donano ha più di trentasei anni. Dal mese di aprile di quest’anno Mario Trazzi, di Borore, è il nuovo presidente della sezione provinciale di Nuoro dell’Avis per il triennio 2017-2020. Le venticinque sedi comunali della provincia di Nuoro contano un numero complessivo di 3.339 soci che consentono alla nota associazione di ottenere risultati non indifferenti sul territorio dal momento che due terzi del totale del sangue raccolto in provincia di Nuoro, dati alla mano, è appannaggio di Avis ed ecco perché l’ambizione è quella di poter contare su numeri sempre crescenti in modo da poter operare meglio in futuro grazie all’incremento di personale e di mezzi, incremento che sembra essere sempre più necessario soprattutto perché la potenzialità della provincia è altissima. Le donazioni vengono fatte in centri mobili di raccolta provenienti dall’Avis provinciale di Sassari che oltre che soddisfare il proprio calendario si prodiga al fine di soddisfare anche quello della sezione nuorese grazie alla splendida e continua collaborazione che intercorre tra le due realtà territoriali. Da qui l’auspicio del nuovo presidente provinciale dell’Avis. Mario Trazzi auspica un maggiore impegno nelle sedi comunali affinché l’associazione possa essere protagonista in più campi oltre alla speranza di poter rendere presente l’associazione in tutti quei comuni nei quali oggi manca e che costituiscono un bacino di utenza ampio che potrebbe essere fondamentale per la crescita non solo della realtà provinciale ma soprattutto dei numeri in termini di donazioni.

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