La Nuova Sardegna

Nuoro

Lanusei, tredici paesi uniti nel segno dei culurgionis

di Giusy Ferreli
Lanusei, tredici paesi uniti nel segno dei culurgionis

La prima edizione del Festival ha visto la partecipazione di migliaia di persone Il tipico piatto della cucina locale è stato proposto in diverse e saporite varianti  

02 ottobre 2017
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LANUSEI. L’Ogliastra dei campanili non esiste più, spazzata via da un gustoso primo piatto che rappresenta la sintesi perfetta del territorio. Il culurgione Igp è riuscito dove tutti sinora avevano fallito: unire sotto il suo vessillo i comuni ogliastrini che puntano sulla produzione protetta come volano di sviluppo economico. A compiere il miracolo la pasta fresca ripiena che, questo fine settimana ha festeggiato, ad un anno esatto dall’ottenimento del marchio di Indicazione geografica protetta, il prestigioso riconoscimento.

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Nelle strade di Lanusei, dove tutto ebbe inizio nel lontano 2003 quando un gruppo di produttori visionari decise di tentare il percorso per la valorizzazione di questo prodotto, è andata in scena la prima edizione del Festival che ha visto la partecipazione di tredici comuni, centinaia di volontari che hanno preparato per il pubblico delle grandi occasioni le diverse varianti della panciuta pasta ripiena, e migliaia di visitatori. Il disciplinare, sebbene rigido, prevede infatti alcune varianti della ricetta.

La versione proposta dallo stand di Tortolì prevede un gustoso ripieno preparato con patate, cipolle e menta. Basta spostarsi qualche decina i metri più in là, in una affollatissima via Roma, che nel gazebo di Arzana si può assaggiare una versione diversa ma non per questo meno gradevole a base di patate e formaggio con appena un sentore d'aglio. A Villagrande l’impasto per i culurgionis, che vengono serviti arrosto, è praticamente lo stesso di quello arzanese solo che al posto della menta si mette il basilico. Differenze previste dal rigido disciplinare – si diceva – e che Davide Burchi, primo cittadino di Lanusei e padrone di casa, ha apprezzato gustando assieme ai suoi colleghi di Tortolì, Loceri e Girasole le diverse proposte.

«Credo che questa manifestazioni rappresenti un’occasione importante non solo ma per l’intera Ogliastra. L’auspicio è che i nostri produttori possano ritagliarsi fette sempre maggiori di mercato nazionale e internazionale – sottolinea Burchi – mentre, accanto agli amministratori, nello stand di Lanusei le volontarie chiamate a raccolta dalla Pro loco continuano infaticabile a stendere a mano la sfoglia che racchiuderà il saporito ripieno e a rispondere alle domande dei tanti curiosi che assistono al rituale. Non sta nella pelle Il produttore di Bari Sardo Vito Arra. Che a capo del comitato promotore, a breve destinato a trasformarsi in Consorzio di tutela per valorizzare il prodotto principe de e scongiurare la possibilità di frodi, ha chiesto uno sforzo notevole ai suoi colleghi.

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«Sono 30mila i culurgionis preparati per l’occasione e, a quanto pare, sono andati letteralmente a ruba – commenta soddisfatto e trafelato – l’imprenditore a capo di una realtà che conta una dozzina di pastifici con 70 addetti e oltre 400 tonnellate di produzione annua. Serviti con il tradizionale sugo leggero di pomodoro e basilico o utilizzati per temerarie (e gustose) rivisitazione nel cooking show dell’Accademia ogliastrina della cucina e di uno staff di cuochi arrivati dalla Gallura con condimenti diversi che spaziano dalla salsa di porcini, finocchietto selvatico e patè d’olive alle cozze con pomodorini, i culurgionis hanno conquistato le migliaia di persone presenti.

Tra convegni, spettacoli musicali, mostre e laboratori didattici destinati ad adulti e bambini che nel fine settimana appena trascorso hanno potuto cimentarsi il primo festival del culurgione d’Ogliastra Igp si è rivelato è un successo. E Ieri pomeriggio, in piazza Vittorio Emanuele si è concluso con la divertente gara di abilità. Una sfida all’ultima chiusura perché “cucire” un culurgione con il tradizionale ricamo a “spighitta” che richiama ancora una volta i prodotti della natura, non è certo un’impresa da tutti.
 

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