La Nuova Sardegna

Nuoro

Il questore di Nuoro: «La nostra non è una citta pericolosa»

di Pier Luigi Piredda
Il questore Massimo Colucci (foto Locci)
Il questore Massimo Colucci (foto Locci)

Massimo Colucci rassicura la popolazione: «La sicurezza percepita non è quella che emerge dalle statistiche»

22 ottobre 2017
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NUORO. «Nuoro non è una città pericolosa» il questore Massimo Colucci lo dice col sorriso convinto di chi in questa città vive da oltre un anno e, dopo aver imparato a conoscerla, ha cominciato ad amarla. Perché Nuoro è così: ti accoglie senza troppi salamelecchi, ti studia e poi... ti rapisce. Si appropria di chi vive la città con passione e la difende senza remore. Massimo Colucci è uno dei rapiti dalla nuoresità. Aveva cominciato la sua carriera nel Nuorese, a Orgosolo, è stato dirigente della squadra mobile della questura e ora ci è ritornato da questore.

«Nuoro e il territorio sono cambiati. In meglio – ha spiegato il questore che ha mal digerito quei titoloni sparati sulle pagine dei giornali relativi alla pericolosità di quello che ora è il “suo giardino –. Il rapporto è fatto in base al numero degli abitanti. Conoscevo bene quei numeri e infatti non mi sono assolutamente preoccupato quando sono stati divulgati, ma mi sono anche affrettato a spiegare che non corrispondono assolutamente alla situazione reale. Nuoro è una città sicura. La sicurezza percepita è altissima. Qui si vive bene – ha aggiunto Massimo Colucci –. Il cittadino ha finalmente capito che è parte attiva della società e sta facendo la sua parte, molto importante, collaborando per garantire la sicurezza di tutti. Qui sta funzionando davvero la sicurezza partecipata».

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Massimo Colucci è stato un investigatore di quelli che non hanno mai esitato a sporcarsi di fango gli anfibi e la mimetica. In Calabria con le squadriglie era riuscito a scoprire la grotta-prigione in un anfratto quasi invisibile dell’Aspromonte nel quale era stato tenuto in ostaggio per oltre due anni in condizioni disumane Cesare Casella. Ed è stato anche l’unico funzionario di polizia sardo che, insieme ad alcuni specialisti delle squadre mobili di Sassari e Nuoro, aveva predisposto e partecipato alla cattura di Matteo Boe, a Portovecchio in Corsica nel 1992. Ora che è alla guida della Questura non ha comunque perso la passione per il lavoro sulla strada, passione che trasmette ai suo collaboratori che a loro volta la rivolgono agli agenti della pattuglie che sono quotidianamente a contatto con la popolazione.

«Il controllo capillare del territorio è fondamentale – ha sottolineato il questore –. E la presenza delle nostre pattuglie viene percepita dalla gente che si rapporta con gli agenti in servizio. La sicurezza individuale passa attraverso quella collettiva che si raggiunge attraverso un lavoro di fiducia e collaborazione che un tempo in questo territorio era impensabile. Come è fondamentale il rapporto con le altre forze di polizia e il raccordo con i centri operativi che elaborano tutte le segnalazioni. Ora è molto importante per il nostro lavoro l’aspetto tecnologico – ha sostenuto Colucci –. La videosorveglianza ha una valenza eccezionale e per questo dico che bisognerebbe fare di più per rafforzare questo servizio che contribuirebbe a rendere ancora più sicura la vita dei cittadini. Ma proprio nell’ottica della sicurezza abbiamo incrementato i controlli canonici. Il cittadino deve sentirsi sempre protetto, anche sulla strada. L’incremento dei posti di blocco è stato dettato proprio dal presupposto della prevenzione, alla quale dedichiamo un’attenzione particolare. Immagazzinare dati è fondamentale per un più capillare controllo del territorio. Ogni informazione può essere utile – ha sottolineato il questore –, soprattutto in questo periodo così complicato sul fronte del terrorismo. Il monitoraggio delle strade è importante soprattutto a livello europeo».

Ma il questore non riesce proprio a digerire l’ombra minacciosa della pericolosità che aleggerebbe su Nuoro. «I reati più gravi come le rapine e gli assalti ai furgoni blindati sono diminuiti e anche il muro dell’omertà, che sembrava impenetrabile, in alcuni casi è stato scalfito. Resiste in alcuni contesti particolari, ma ora c’è molta più collaborazione – ha spiegato con soddisfazione –. In città, invece, il clima è più leggero, piacevole. Nuoro è stata abbellita e la popolazione tende a preservare i posti belli perché li sente suoi. Il decoro urbano – ha aggiunto Colucci – è il valore aggiunto di una città che vuole crescere e dimostrare di essere molto diversa da quello che dicono i freddi numeri delle statistiche. La candidatura a Capitale della Cultura è il risultato di tutti questi fattori di crescita. Nuoro ha tutte le carte in regola per raggiungere il prestigioso riconoscimento. Nuoro e la provincia si sono evolute, si sono aperte al mondo. L’eccezionale numero di visitatori dei musei confermano questa tendenza – ha aggiunto –. Certo, si può fare di più e ci stiamo impegnando a fondo per garantire sempre maggior sicurezza alla popolazione. E non soltanto con gli agenti che percorrono le strade giorno e notte, ma anche con i tantissimi poliziotti che lavorano in silenzio raccogliendo una mole eccezionale di dati che poi permettono a tutti noi di vivere meglio in una città in cui, lo ribadisco senza tema di smentita – ha concluso il questore – si vive bene e anche molto sicuri».
 

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