La Nuova Sardegna

Nuoro

Precari e diritti: vittoria in Cassazione

di Valeria Gianoglio
Precari e diritti: vittoria in Cassazione

Venti docenti ottengono il riconoscimento degli “scatti” e dell’anzianità di servizio per i lunghi anni di “pre-ruolo”

15 gennaio 2018
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NUORO. Dieci anni da insegnanti precari. Sballottati tra le scuole di mezza provincia, con contratti spesso annuali, dal 1 settembre al 30 giugno. Stessi oneri ma non altrettanti vantaggi dei colleghi di ruolo. E quindi nessuna progressione nello stipendio, nessun riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata, dopo la loro immissione in ruolo. Niente di niente. Ci sono voluti tre gradi di giudizio, il sostegno di un sindacato, la Gilda, l’impegno di un avvocato, Claudio Solinas, che ha spulciato direttive europee, sentenze, casi precedenti, ma alla fine anche la Cassazione, dopo il giudice di primo grado, ha dato ragione, e in pieno, a un gruppo di 20 ex docenti precari del Nuorese e dell’Ogliastra che da anni, dopo essere stati immessi in ruolo, chiedevano di avere il pieno riconoscimento, in termini di anzianità di servizio e di scatti, degli anni passati da precari.

I giudici di terzo grado, infatti, proprio in questi giorni, attraverso una sentenza che cita diverse pronunce precedenti della Cassazione e persino una direttiva della Corte europea di giustizia, hanno ribadito un principio chiave: «Gli stati membri (dell’Unione europea, ndr) devono riconoscere l’anzianità di servizio maturata al personale del comparto scuola assunto con contratti a termine, ai fini dell’attribuzione della medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato».

Sempre nella stessa sentenza, la Cassazione, ricordando altri principi affermati dalla Corte di giustizia europea, evidenzia anche l’obbligo «posto a carico degli Stati membri di assicurare al lavoratore a tempo determinato “condizioni di impiego” che non siamo meno favorevoli rispetto a quelle riservate all’assunto a tempo indeterminato “comparabile”. I giudici di terzo grado, dunque, danno ragione, e su tutta la linea, ai 20 docenti del Nuorese e dell’Ogliastra che hanno presentato ricorso, attraverso la Gilda, e l’avvocato Claudio Solinas. «La Cassazione – spiega, il legale nuorese che da tempo, nella sua professione, segue anhe le cause che riguardano il mondo degli insegnanti – ha accolto totalmente il nostro ricorso e ha stabilito un principio che noi chiedevano di riconoscere, perché era dovuto: ha stabilito il principio per cui occorre riconoscere tutta l’anzianità di servizio maturata dal personale con contratti a termine». Per i 10 anni, in media, nei quali i venti docenti del Nuorese e dell’Ogliastra, sono stati insegnanti precari, dunque, lo Stato dovrà adesso riconoscere ciò che a suo tempo non aveva voluto vedere.

Anche sul punto della “progressione stipendiale”, dunque, la Suprema corte, è stata piuttosto chiara e lo ha ribadito in diversi passaggi: ai docenti a tempo determinato va applicata «la progressione stipendiale spettante a quelli a tempo indeterminato, in applicazione del principio di non discriminazione che era stato valorizzato dai ricorrenti nel ricorso introduttivo».

Nè, scrivono ancora i giudici di terzo grado, «il controricorso del Miur», «prospetta argomenti che possano indurre a disattendere detto orientamento, al quale va data continuità, poiché le ragioni indicate a fondamento del principio affermato, sono integralmente condivise dal Collegio».

Dopo aver “cassato” la sentenza di secondo grado, che aveva dato ragione al ministero e aveva ribaltato il giudizio di primo grado, la Suprema corte rinvia dunque la vicenda alla corte d’appello di Cagliari perché, con una diversa composizione rispetto al primo appello, valuti, stavolta, «la domanda relativa al riconoscimento dell’anzianità maturata che era stata formulata sin dal primo grado di giudizio ed era stata anche esaminata nella sentenza del tribunale». La stessa corte, secondo la Cassazione, dovrà anche stabilire «la regolamentazione delle spese di giudizio».

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