La Nuova Sardegna

Nuoro

Il ciclo dell’acqua entra in classe

di Alessandra Porcu

Macomer, la “Nuova Sardegna” a scuola con Abbanoa: protagonisti gli allievi dell’Istituto Iss Satta

19 maggio 2018
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MACOMER. Centocinquanta litri d’acqua. È quanto ciascuno di noi consuma ogni giorno per lavarsi, cucinare, fare i piatti o le pulizie. Cinquanta su cento sono, invece, i litri che vengono persi a causa della rete idrica colabrodo esistente nell’isola. A conti fatti significa che se ne spreca il 55%. Macomer è uno dei comuni in cui il fenomeno è più diffuso. La percentuale di perdite è tra le più alte nell’isola. Per questo motivo dallo scorso anno è stato inserito, insieme ad altri 130 paesi, nel progetto “Reti intelligenti”. Si tratta di un piano che punta non solo a sostituire le vecchie condotte, ma anche a garantire l’efficientamento di quelle esistenti. Tutto possibile grazie a tecnologie e strumenti evoluti. Parola di Abbanoa. Il gestore unico del servizio idrico integrato ha ingaggiato da tempo la lotta agli sprechi.

«Il rifacimento della rete insieme all’uso consapevole e razionale dell’acqua sono punti imprescindibili del nostro lavoro. L’obiettivo per il futuro prossimo è risparmiare cinquanta milioni di litri d’acqua», ha sottolineato Emanuele Meloni, tecnico responsabile del settore complesso depurazione. Parlando a una sessantina di giovani studenti delle terze classi dell’Istituto Iss Sebastiano Satta di Macomer (coordinava il giornalista della Nuova Sardegna Luciano Piras), l’ingegner Meloni ha delineato il quadro della situazione, in molti casi, tutt’altro che roseo. Dal nord al sud, comprese le zone interne della Sardegna, la musica non cambia. Gli sprechi esistono e bisogna combatterli. Lo si deve fare con la pratica passando, però, dalla teoria. E l’incontro di ieri con gli alunni del Marghine rientra proprio in quest’ottica. Abbanoa è uno dei venti partners del “Progetto scuole” della Nuova Sardegna. Un percorso che coinvolge una cinquantina di istituti scolastici in tutta l’isola con lo scopo di creare eventuali programmi di alternanza scuola-lavoro. Attraverso slides, video e spiegazioni tecniche gli alunni del Satta hanno potuto confrontarsi con temi di stretta attualità come la crisi idrica e le buone pratiche. Grazie alla lezione “sui generis” hanno potuto seguire il tragitto che una goccia di pioggia fa una volta arrivata negli invasi artificiali sardi. L’85% per cento dell’acqua viene prelevata proprio da questi per poi essere potabilizzata e depurata. Processi lunghi e costosi che Abbanoa effettua ogni giorno. Solo il 15% per cento dell’acqua di rete della nostra isola è conforme alla legge 31 del 2001 che ne regola la purezza. La restante parte viene sottoposta a controlli serrati e quotidiani. «Maggiori – ha sottolineato l’ingegner Meloni –, di quelli effettuati sulle acque in bottiglia». Così, nel corso del dibattito, è emerso che su una sessantina di studenti solo un paio bevono l’acqua del rubinetto. Tutti gli altri la acquistano. Un’abitudine diffusissima non solo tra i giovani. È, infatti, buona parte della popolazione a snobbare l’acqua che sgorga dalla condotta. I motivi sono diversi: il sapore del cloro dovuto alle sostanze che si utilizzano per disinfettarla, la scarsa fiducia nei controlli e, forse, anche a un fatto culturale. Insomma il “Progetto scuole” ha voluto, a suo modo e nel suo piccolo, offrire un’altra visione delle cose.

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