Ladri di ex voto in cattedrale
di Giusy Ferreli
Rubate dalla teca dell’Assunta alcune catenine. Il furto è stato scoperto mercoledì pomeriggio
28 settembre 2018
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NUORO. Si sono presi la briga (e tutto il tempo) di svitare due delle quattro viti della teca in vetro che custodisce il simulacro della Vergine Assunta nella cattedrale di Nuoro. E dopo aver sollevato il coperchio hanno fatto man bassa delle collane che adornavano la statua. Del furto sacrilego di alcune catenine – 3 o 4 – dallo scarso valore economico (ex voto che si trovano sulla Madonna da tempo immemorabile) ma dal grandissimo significato spirituale, intriso di speranza, fede e sofferenza, per chi le ha donate, si è accorto qualche giorno fa Francesco Ganga, il segretario della chiesa dedicata a Santa Maria della neve, il principale luogo di culto del capoluogo barbaricino.
Mercoledì pomeriggio quando Ganga ha posato lo sguardo sulla teca che si trova a poca distanza dalla statua di san Giovanni Paolo II non c’era nessun segno evidente del raid degli scassinatori. Il vetro sembrava intatto ma Ganga si è reso comunque conto che qualcosa non andava. Dallo scrigno, che a un’indagine più approfondita risultava leggermente danneggiati, erano spariti pochi oggetti. «Quelle catenine – racconta desolato il segretario – erano custodite nella teca da oltre 45 anni. Non so se chi ha sottratto i gioielli si sia reso conto del valore irrisorio di ciò che ha rubato e non so se abbiamo realizzato quanto, invece, sia grave un gesto che non tiene conto della sacralità del luogo». Impossibile stabilire quando i ladri siano entrati in azione in Cattedrale.
«La mattina – spiega Ganga – c’è sempre qualcuno. Difficile ipotizzare che i ladri abbiano agito in presenza di persone. Forse è accaduto di sera quando la chiesa è poco frequentata». La teca è stata spostata, al sicuro, in un altro locale della chiesa. I ladri ricaveranno ben poco dalla refurtiva. Grande è invece l’amarezza per quella che agli occhi dei parrocchiani della Cattedrale è apparsa come una vera e propria profanazione. La stessa amarezza che ha assalito i fedeli alla notizia del tentativo di scassinare la sacrestia e la chiesa parrocchiale di Lula. L’episodio è avvenuto a maggio scorso, nel bel mezzo dei festeggiamenti in onore di San Francesco. Don Antonio Cosseddu, parroco di Lula, stava officiando la messa per le celebrazioni del poverello d’Assisi nella piccola chiesetta campestre della cittadina nel cuore dell’alta Baronia quando alcuni balordi sono entrati in parrocchia e nella canonica forse per cercare denaro o oggetti sacri di valore da rubare e rivendere. La scorreria è finita con un nulla di fatto. Forse disturbati da qualcuno, per non essere sorpresi hanno preferito scappare a gambe levate non senza aver divelto porte e vandalizzato i locali. Il gesto dei balordi è stato duramente condannato dal priore del santuario di San Francesco, Salvatore Siotto, e dall’intera comunità nuorese che da sempre partecipa con una straordinaria devozione ai riti religiosi nella chiesetta campestre di Lula.
Mercoledì pomeriggio quando Ganga ha posato lo sguardo sulla teca che si trova a poca distanza dalla statua di san Giovanni Paolo II non c’era nessun segno evidente del raid degli scassinatori. Il vetro sembrava intatto ma Ganga si è reso comunque conto che qualcosa non andava. Dallo scrigno, che a un’indagine più approfondita risultava leggermente danneggiati, erano spariti pochi oggetti. «Quelle catenine – racconta desolato il segretario – erano custodite nella teca da oltre 45 anni. Non so se chi ha sottratto i gioielli si sia reso conto del valore irrisorio di ciò che ha rubato e non so se abbiamo realizzato quanto, invece, sia grave un gesto che non tiene conto della sacralità del luogo». Impossibile stabilire quando i ladri siano entrati in azione in Cattedrale.
«La mattina – spiega Ganga – c’è sempre qualcuno. Difficile ipotizzare che i ladri abbiano agito in presenza di persone. Forse è accaduto di sera quando la chiesa è poco frequentata». La teca è stata spostata, al sicuro, in un altro locale della chiesa. I ladri ricaveranno ben poco dalla refurtiva. Grande è invece l’amarezza per quella che agli occhi dei parrocchiani della Cattedrale è apparsa come una vera e propria profanazione. La stessa amarezza che ha assalito i fedeli alla notizia del tentativo di scassinare la sacrestia e la chiesa parrocchiale di Lula. L’episodio è avvenuto a maggio scorso, nel bel mezzo dei festeggiamenti in onore di San Francesco. Don Antonio Cosseddu, parroco di Lula, stava officiando la messa per le celebrazioni del poverello d’Assisi nella piccola chiesetta campestre della cittadina nel cuore dell’alta Baronia quando alcuni balordi sono entrati in parrocchia e nella canonica forse per cercare denaro o oggetti sacri di valore da rubare e rivendere. La scorreria è finita con un nulla di fatto. Forse disturbati da qualcuno, per non essere sorpresi hanno preferito scappare a gambe levate non senza aver divelto porte e vandalizzato i locali. Il gesto dei balordi è stato duramente condannato dal priore del santuario di San Francesco, Salvatore Siotto, e dall’intera comunità nuorese che da sempre partecipa con una straordinaria devozione ai riti religiosi nella chiesetta campestre di Lula.